K metro 0 – New Delhi – Le branche più moderne della filosofia affermano che l’unico modo di uscire dalla lunga e straziante crisi dell’essere umano moderno può coincidere solo col superamento del dualismo. Ed è bene sottolineare che tale crisi è solo apparentemente ecologica, economica o politica. Si tratta infatti di una crisi evolutiva, quel tipo di crisi che richiede un progresso, un nuovo sguardo sul mondo.

Un mondo oltre i dualismi significa un mondo senza distinzioni di genere, di nazionalità, di religione, di credo politico, di gruppo etnico, di fascia di età, di estrazione sociale e conto in banca. Suona un po’ come un’utopia ma in realtà il primo esperimento di una simile società esiste: si chiama Auroville ed è in India del sud.

Esistono vari motivi che hanno fatto sì che la città di Auroville sorgesse in India, ma in realtà essa appartiene all’umanità nel suo insieme, essendo nata sotto l’egida dell’UNESCO, e ad oggi, dopo 52 anni dalla fondazione, ospita circa 3000 residenti proveniente da circa 60 nazioni diverse. Qui tutti sono immigrati e nessuno lo è davvero.

Oltre ad aver ospitato residenti e ricercatori da tutto il mondo venuti a lavorare per creare questo nuovo modello di società postmoderna non basata sui modelli classici delle leggi di mercato, Auroville ha creato una foresta rigogliosa dove prima c’era solo un deserto, dando vita a nuovi modelli educativi.

Esistono qui modelli avanguardistici di ricerca, di pedagogia, di permacultura, di riforestazione, solo per fare alcuni esempi.

Una delle compagnie aurovilliane si chiama Dynamis, agenzia di consulenza gestita da due italiani residenti in India e da un gentleman indiano ultranovantenne che non conosce il significato della parola “pensione”.

Dynamis lavora per uno sviluppo sostenibile e consapevole, a livello ecologico, economico e sociale.

Tra i vari progetti di Dynamis spiccano un sistema di gestione dei rifiuti effettuato nello stato dell’Assam in un’area tribale che stava soffocando nella plastica. Si è trattato di disegnare un sistema che ha educato e coinvolto ogni membro della comunità: dal politico al commerciante passando per lo studente, l’insegnante e la casalinga.

Dopo il successo di questo progetto, altre aree tribali hanno chiesto di ridisegnare le proprie scuole con materiali sostenibili e ridisegnandone l’intero curriculum scolastico, introducendo antiche materie della cultura tribale.

Nel frattempo, gli esperti di Dynamis, tra i quali spiccano docenti del Politecnico di Milano, hanno partecipato ad una spedizione fino al campo base del Monte Everest per calcolare il carbon footprint dei trekker ed aiutarli a compensare il loro impatto, fornendo prodotti a base di microrganismi effettivi e proponendo cucine e stufe solari.

Sempre in Nepal, Dynamis è impegnata a disegnare un green industrial park gestito interamente da donne in collaborazione col South Asia Women Development Forum.

Su questa stessa falsariga, Dynamis offre da anni corsi di autodifesa per ragazze indiane provenienti dai villaggi, formandole anche come istruttrici in modo da creare lavoro e diffondere un’attività positiva.

Dynamis ha altri progetti in cantiere, e recentemente è stata invitata a Dubai dalla Healing Art House di Lucia Totaro, dove vedremo esposte alcune delle eccellenze di Auroville in termini di terapie naturali, tecnologia al servizio della coscienza, bioedilizia, prodotti per la salute, moda equosolidale e campagne di fundraising per supportare uno dei progetti esistenti o per finanziare un anno di studi e tirocinio presso Dynamis ad un giovane ricercatore.

di Giacomo Colomba