K metro 0 – Minsk – Sono oltre 300 le persone arrestate durante la “marcia delle donne” che si è svolta oggi a Minsk. Ma questa volta la “marcia” si è conclusa a metà pomeriggio per il grande numero di fermi, in molti casi anche brutali, riporta la stampa locale.

Il Viasna Human Rights Center è un’organizzazione per i diritti umani, sul suo sito ‘sping96.com’ sono stati pubblicati i nomi di 314 persone fermate. Tra loro anche Nina Bahinskaya, l’attivista di 73 anni diventata icona della protesta contro Aleksandr Lukashenko. Tra gli slogan: “libertà ai giornalisti” e “ridateci Masha (Maria Kolesnikova, la leader dell’opposizione arrestata e incriminata) e mettete in galera Sasha (ovvero Lukashenko)”. Un gruppo di donne mostravano cartelli con una scritta, a caratteri latini, “SOS”. Un messaggio abbastanza chiaro, diretto all’estero, mentre altre manifestanti hanno scritto “non dimenticheremo”, anche gli automobilisti dal canto loro per mostrare il loro sostegno hanno suonato i clacson – ormai una vera e propria tradizione nel Paese.

La Polizia ha detto che la manifestazione non era autorizzata e quindi gli agenti sono entrati in azione. I video pubblicati dal portale Tut.by, mostrano chiaramente che gli agenti non hanno avuto remore ad usare le maniere forti, trascinando e strattonando alcune manifestanti pur di caricarle sulle camionette.

Intanto, Marfa Rabkova, coordinatrice della rete di volontari di Viasna, è stata arrestata ieri sera a Minsk – informa Viasna Human Rights Center – insieme a suo marito, Vadzim Zharomski, dopo che diversi uomini non identificati, ma si ritiene fossero ufficiali della Direzione principale del ministero dell’Interno, li hanno spinti a terra e portati via.