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Bulgaria, continuano per il 64esimo giorno di proteste anti-governative

Bulgaria, continuano per il 64esimo giorno di proteste anti-governative

K metro 0 – Sofia – Le proteste antigovernative proseguono per il 64esimo giorno consecutivo nelle piazze di Sofia e chiedono le dimissioni del governo e del procuratore generale. Intanto, i recenti sondaggi d’opinione mostrano che oltre il 60% dei bulgari sostiene le richieste di dimissioni di Borisov e Geshev e proclama elezioni parlamentari immediate. Nel

K metro 0 – Sofia – Le proteste antigovernative proseguono per il 64esimo giorno consecutivo nelle piazze di Sofia e chiedono le dimissioni del governo e del procuratore generale. Intanto, i recenti sondaggi d’opinione mostrano che oltre il 60% dei bulgari sostiene le richieste di dimissioni di Borisov e Geshev e proclama elezioni parlamentari immediate.

Nel frattempo, il partito conservatore GERB al governo è sempre nella più profonda crisi politica, infatti, i manifestanti, monitorati costantemente dalla polizia, si sono radunati nella Capitale davanti al palazzo dell’Assemblea nazionale, gridando: “Fuori la mafia!” e chiedono le dimissioni del primo ministro Boyko Borisov e del procuratore generale Ivan Geshev.

I primi di settembre, diverse migliaia di persone si sono unite alla cosiddetta Grande Rivolta Nazionale in risposta a ciò che i manifestanti definiscono come controllo oligarchico sul governo e sul sistema giudiziario bulgaro.

Le violenze di quei giorni hanno portato a decine di feriti e all’arresto di 126 persone, tra cui secondo la polizia, c’erano tra gli arrestati più di 60 ultrà. Le proteste sono state innescate a causa di un raid il 9 luglio da parte della Procura generale nella sede presidenziale. I manifestanti hanno condannato l’azione definendola un attacco da parte del governo e del procuratore generale contro il presidente Rumen Radev sostenuto dai socialisti.

Dal canto suo, il premier Borisov ha dichiarato recentemente di essere pronto a dimettersi alla viglia delle elezioni parlamentari attualmente fissate per marzo 2021.

Il presidente Radev ha spesso criticato il governo di Borisov asserendo di aver fatto troppo poco per sradicare la corruzione oramai endemica e ha criticato i pubblici ministeri per la loro collusione con il sistema.

Secondo l’indice di percezione della corruzione di Transparency International, la Bulgaria è il paese più povero dell’Unione europea e rimane vittima del deterioramento.

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