K metro 0 – Londra – Un importante avvocato britannico per i diritti umani, Sir Geoffrey Nice, ha convocato un tribunale indipendente a Londra per indagare sui presunti abusi da parte del governo cinese contro l’etnia uiguri nella regione dell’estremo ovest dello Xinjiang. Secondo quanto riporta l’Associated Press il tribunale dovrebbe rivelare nuove prove e
K metro 0 – Londra – Un importante avvocato britannico per i diritti umani, Sir Geoffrey Nice, ha convocato un tribunale indipendente a Londra per indagare sui presunti abusi da parte del governo cinese contro l’etnia uiguri nella regione dell’estremo ovest dello Xinjiang.
Secondo quanto riporta l’Associated Press il tribunale dovrebbe rivelare nuove prove e testimonianze durante le udienze l’anno prossimo. Il Congresso mondiale degli uiguri, un’organizzazione internazionale che rappresenta gli esuli uiguri, ha fornito prove iniziali e supporto al tribunale di Londra. La giuria è composta da almeno sette membri, un primo documento è previsto entro la fine del 2021.
Sebbene il tribunale che segue il “diritto anglosassone” non abbia il sostegno del governo britannico, è l’ultimo tentativo di ritenere la Cina responsabile del trattamento riservato agli uiguri e alle minoranze etniche turche, che sono state oggetto di una repressione senza precedenti dal 2017.
L’avvocato Geoffrey Nice, che in precedenza ha guidato il processo contro l’ex presidente serbo Slobodan Milosevic per la guerra nei Balcani e ha lavorato con la Corte penale internazionale, è stato invitato dal Congresso mondiale degli uiguri a indagare sulle atrocità in corso e il possibile genocidio contro il popolo uigura. Nice ha affermato all’Associated Press mercoledì che le accuse contro la Cina sul potenziale genocidio sono domande che dovrebbero essere poste con le rispettive risposte, ma tali affermazioni non sono mai state esaminate legalmente in pubblico.
Al momento gli organizzatori sono nella fase iniziale della raccolta delle prove e si aspettano di ricevere un numero considerevole di comunicazioni dagli uiguri esiliati all’estero nei prossimi mesi. Nuove prove che potrebbero emergere includono testimonianze di diverse ex guardie di sicurezza che erano coinvolte nei campi di detenzione dello Xinjiang. Al momento aggiunge Nice, “la prova più forte sembrerebbe essere quella di incarcerazione e forse anche quella di sterilizzazione forzata”.
Una recente indagine dell’AP ha scoperto che il governo cinese sta sistematicamente forzando il controllo delle nascite sugli uiguri e altri musulmani in un evidente tentativo di ridurre la loro popolazione. Il rapporto ha rilevato che le autorità sottopongono regolarmente le donne delle minoranze a controlli di gravidanza e impongono dispositivi intrauterini, sterilizzazione e aborto a centinaia di migliaia di donne. Nel frattempo, nei campi di detenzione sono state arrestate dozzine di donne per presunto estremismo religioso, molte altre sono state mandate nei campi semplicemente per il fatto di avere troppi bambini. Alcuni rifugiati che sono riusciti a sfuggire alle persecuzioni in Cina hanno fornito le loro testimonianze al tribunale, in cui hanno raccontato di essere stati frequentemente sottoposti a visite mediche e analisi del sangue durante la loro detenzione.
L’ambasciata cinese a Londra non ha risposto a una richiesta di commento inviata via email. I funzionari cinesi hanno ripetutamente negato le accuse di violazioni dei diritti nello Xinjiang e insistono sul fatto che tutte le etnie siano trattate allo stesso modo.
La Cina accusa da tempo che gli uiguri, che sono per lo più musulmani, nutrano tendenze separatiste a causa della loro cultura, lingua e religione. In una lunga conferenza stampa in agosto, l’ambasciatore cinese nel Regno Unito ha riprodotto video di attacchi terroristici nello Xinjiang per giustificare le misure di Pechino come necessarie e importanti.
L’ambasciatore Liu Xiaoming ha anche definito le accuse sugli abusi dei diritti nello Xinjiang fatte dai media occidentali “bugie del secolo”, negando il fatto che quasi 1 milione di uiguri siano stati detenuti nello Xinjiang.
La sentenza del tribunale di Londra non è vincolante per alcun governo. Tuttavia, Nice ha affermato che il processo sarà comunque un modo per affrontare la mancanza di azione collettive nel denunciare i presunti abusi.
A luglio, gli avvocati che rappresentano gli attivisti uiguri esiliati hanno presentato una denuncia alla Corte penale internazionale contro la Cina, chiedendo alla corte dell’Aia, Paesi Bassi, di indagare sul rimpatrio forzato di migliaia di uiguri dalla Cambogia e dal Tagikistan e sul presunto genocidio nello Xinjiang.