K metro 0 – Roma – “L’Armenia, allarmata per lo smascheramento della sua immagine, sempre meno corrispondente a quella di un piccolo “popolo perseguitato”, nel tentativo di coprire i suoi attacchi e gli atti di vandalismo contro le missioni diplomatiche dell’Azerbaigian, che hanno coinvolto il personale diplomatico e anche membri della comunità Azerbaigiana in vari paesi del mondo, e
K metro 0 – Roma – “L’Armenia, allarmata per lo smascheramento della sua immagine, sempre meno corrispondente a quella di un piccolo “popolo perseguitato”, nel tentativo di coprire i suoi attacchi e gli atti di vandalismo contro le missioni diplomatiche dell’Azerbaigian, che hanno coinvolto il personale diplomatico e anche membri della comunità Azerbaigiana in vari paesi del mondo, e in agitazione per la solidarietà dimostrata verso l’Azerbaigian da parte di numerosi paesi, dalla comunità politica, accademica e dalla stampa, durante le ultime provocazioni militari, cerca nuovi metodi per distogliere l’attenzione dai suoi crimini, perpetrati contro l’Azerbaigian negli ultimi decenni ed avviare una nuova campagna denigratoria contro l’Azerbaigian. “
È quanto si legge in un comunicato dell’ambasciata azerbaigiana a Roma, secondo cui “questa volta vediamo la mobilitazione della comunità armena in Italia per una manifestazione, sotto la bandiera del “pericolo nucleare”. Per l’ennesima volta si assiste a menzogne e bugie dell’Armenia nel presentarsi come un piccolo paese circondato dalla “violenza e aggressività dei vicini”.
La realtà è che questo piccolo paese rappresenta oggi la minaccia alla sicurezza e alla stabilità nel Caucaso meridionale, ha trasformato il terrorismo e il razzismo in strumenti di politica statale, ha rivendicazioni territoriali contro quasi tutti i suoi vicini, confermate anche nella sua Costituzione, e mantiene sotto occupazione il 20% del territorio riconosciuto internazionalmente dell’Azerbaigian, dove ha commesso una pulizia etnica contro più di 1 milione di azerbaigiani espulsi dai territori occupati e crimini di guerra, incluso il genocidio di Khojaly, incurante della documentazione internazionale, tra cui 4 risoluzioni del consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Il rischio nucleare a Metsamor è, come dimostrato dalle numerose dichiarazioni ad alto livello in Azerbaigian, inconsistente, come la credibilità dell’Armenia stessa. Come già dichiarato, tale centrale nucleare è un pericolo essa stessa per la regione, basata su una tecnologia obsoleta e divenuta un veicolo per il contrabbando di sostanze radioattive.
L’Azerbaigian infatti, a differenza dell’Armenia, è il garante della stabilità e della sicurezza dell’area, come provato con atti concreti, promuovendo varie iniziative e progetti che portano beneficio, cooperazione e prosperità anche per i vicini. È l’Armenia che, con le sue ultime provocazioni militari, ha preso di mira un territorio dell’Azerbaigian – il distretto di Tovuz – attraversato da infrastrutture critiche sia logistiche che energetiche di importanza strategica, non solo per i paesi della Regione, ma anche per l’Europa e l’Occidente, e in particolare per l’Italia. A seguito della condanna della comunità internazionale di tali tentativi della parte armena, la stessa utilizza il mendace pericolo di Metsamor per ricostruire la sua immagine negativa, peggiorata ancor di più per gli ultimi accadimenti.
Ci appelliamo alla comunità italiana tutta, perché non cada in menzogne e disinformazione, e condanni l’aggressione militare e le ultime provocazioni dell’Armenia contro l’Azerbaigian nel distretto di Tovuz, dannose anche degli interessi italiani nell’area del Caucaso.”