K metro 0 – Bruxelles – L’economia dell’eurozona di 19 paesi è scesa del 12,1% durante il secondo trimestre, poiché le misure restrittive imposte per frenare i contagi della pandemia hanno bloccato molte attività commerciali diminuendo la spesa da parte dei consumatori. Si tratta del calo economico più basso mai registrato, paragonabile a quello del
K metro 0 – Bruxelles – L’economia dell’eurozona di 19 paesi è scesa del 12,1% durante il secondo trimestre, poiché le misure restrittive imposte per frenare i contagi della pandemia hanno bloccato molte attività commerciali diminuendo la spesa da parte dei consumatori. Si tratta del calo economico più basso mai registrato, paragonabile a quello del 9,5% su trimestre per gli Stati Uniti.
La Spagna è la nazione che ha subito il calo più forte nell’industria turistica del 18,5%. Anche l’Italia e il Portogallo sono state duramente colpite. La contrazione spagnola è stata di gran lunga la crisi più marcata da quando l’agenzia nazionale di statistica del paese ha iniziato a raccogliere i dati secondo quanto riporta Associated Press. In Francia il calo registrato tra aprile e giungo è stato del 13,8 %, portando gravi conseguenze sia ai lavoratori che alle industrie. Al momento il governo sta discutendo la possibilità di attuare altre misure di blocco a livello nazionale dato il numeroso aumento dei contagi. L’economia francese va peggio di quella tedesca, che nella giornata di giovedì ha registrato un calo del 10,1% del PIL durante il periodo aprile-giugno a causa del crollo delle esportazioni e degli investimenti delle imprese.
Marc Ostwald, capo economista di ADM Investor Services International ha dichiarato a Associated Press: “Tutta la crescita del PIL registrata nel decennio 2010-2019 è stata spazzata via in cinque mesi”. In Italia invece secondo gli economisti sono stati cancellati circa 30 anni di crescita.
Nel frattempo, i governi europei stanno contrastando la recessione con enormi misure di stimolo a livello nazionale ed europeo. I leader dell’UE hanno concordato un fondo di recupero da 750 miliardi di euro sostenuto da prestiti comuni per sostenere la ripresa dal 2021.
I governi nazionali sono intervenuti con prestiti per mantenere le imprese a galla con programmi di sostegno che pagano gli stipendi dei lavoratori anche se sono licenziati.