K metro 0 – Francoforte – Le banche dell’eurozona rafforzeranno gli strumenti di accesso al credito per imprese e cittadini in difficoltà, conseguentemente alla crisi economico-finanziaria innescata dalla pandemia di Coronavirus. Ciò è quanto afferma quest’oggi la Banca Centrale europea nel suo rapporto trimestrale, con riferimento alle previsioni sul terzo trimestre 2020. Nel secondo trimestre
K metro 0 – Francoforte – Le banche dell’eurozona rafforzeranno gli strumenti di accesso al credito per imprese e cittadini in difficoltà, conseguentemente alla crisi economico-finanziaria innescata dalla pandemia di Coronavirus. Ciò è quanto afferma quest’oggi la Banca Centrale europea nel suo rapporto trimestrale, con riferimento alle previsioni sul terzo trimestre 2020.
Nel secondo trimestre dell’anno le condizioni degli istituti dell’eurozona sulle erogazioni alle aziende si sono mantenuti ai livelli precedenti grazie alle garanzie statali.
In gran parte del territorio dell’Ue, le aziende si sono affrettate a sfruttare il credito bancario per mantenere un livello di liquidità utile alla loro sopravvivenza; d’altra parte, gli istituti finanziari, al fine di mantenere il flusso di cassa – nel periodo che va da aprile a giugno – hanno utilizzato i sistemi di garanzia che i governi degli stati europei hanno messo loro a disposizione.
La domanda di credito aziendale è cresciuta significativamente nel secondo trimestre, ossia quando le imprese – stressate dalle conseguenze della pandemia e dalla forte riduzione della domanda innescata dal lockdown – hanno iniziato ad attingere alle linee di credito per la liquidità di emergenza. Le banche prevedono – secondo quanto riportato da Reuters – un aumento più moderato della domanda di credito da parte delle imprese nell’attuale trimestre.
“Nel terzo trimestre del 2020 le banche ipotizzano una riduzione significativa degli standard per la concessione dei prestiti alle imprese”, dichiara la BCE sulla base dello studio presentato quest’oggi.
La domanda di prestiti alle famiglie è risultata invece fortemente diminuita nel secondo trimestre, sia per via del crollo dei consumi sia per il ricorso diretto ai risparmi privati. Contrariamente, le banche dell’eurozona stanno registrando a luglio – sempre secondo i dati BCE – un incremento della domanda per prestiti personali e di credito al consumo, in concomitanza con la fine del lockdown e la graduale riapertura del commercio al dettaglio nei diversi paesi Ue.
Trend diversi si osservano invece sul fronte dei prestiti immobiliari: gli standard di credito – dato il clima di forte incertezza e la mancanza, in questo caso, di garanzie pubbliche – si erano già inaspriti nel secondo trimestre dell’anno e questa tendenza probabilmente continuerà anche nel terzo trimestre. Le informazioni relative ai trend sui mutui per fini immobiliari – come riporta Reuters – sono frutto di un sondaggio, commissionato dalla BCE e condotto su 144 banche europee, tra il 5 e il 23 giugno scorso.
L’indagine trimestrale sui prestiti arriva a due giorni dal prossimo meeting politico della BCE del 16 luglio: probabilmente – afferma sempre Reuters – non verranno approvate ulteriori misure di sostegno al credito. A rafforzare questa ipotesi una recente intervista rilasciata da Christine Lagarde al Financial Times, nella quale la presidente della BCE ha definito “al momento improbabile l’annuncio di nuove misure di stimolo”. “Abbiamo fatto così tanto – afferma Lagarde – che adesso abbiamo un po’ di tempo per valutare accuratamente i dati economici in arrivo.”
Sul fronte dell’economia reale, la produzione industriale dell’eurozona ha registrato un sensibile segno positivo a maggio, dopo i cali record indotti dal periodo di lockdown di marzo e aprile: le stime ufficiali – presentate sempre oggi dai dati forniti dalla Banca Centrale – hanno mostrato dati inferiori alle attese e ben lungi dal compensare i cali dei due mesi precedenti.
Il comparto manifatturiero – afferma l’ufficio statistico dell’Unione europea, Eurostat – è aumentato nella produzione di maggio del 12,4% verso aprile, principalmente per la ripresa della domanda di beni durevoli. Ciò naturalmente non neutralizza il calo del 18,2% di aprile e dell’11,8% registrato a marzo. L’incremento di maggio risulta inoltre significativamente inferiore rispetto al +15% stimato dal team di economisti europei intervistati recentemente da Reuters.
La produzione industriale di beni strumentali, come i macchinari, ha registrato a maggio un aumento del 25,4%, inferiore al calo del 26,1% verificatosi ad di aprile.
Tra i maggiori stati dell’eurozona – afferma Reuters, interpretando i dati economici Eurostat – la ripresa dell’Italia è stata la più rilevante: gli impianti hanno a maggio aumentato la produzione del 42,1% rispetto ad aprile. La produzione industriale tedesca è cresciuta invece nel medesimo periodo del 9,7%, mentre quella della Francia è aumentata del 20,0%.