Usa. Fbi: Pechino minaccia i dissidenti e apre l’ufficio sicurezza a Hong Kong

Usa. Fbi: Pechino minaccia i dissidenti e apre l’ufficio sicurezza a Hong Kong

K metro 0 – Washington – Il direttore dell’FBI Christopher Wray ha rivolto ieri sera, nel corso del suo lungo intervento all’Hudson Institute di Washington, come riferisce la Bbc, un duro attacco alla Cina: “Pechino minaccia le famiglie dei dissidenti all’estero per costringerli a tornare a casa. La Cina è la più grande minaccia per

K metro 0 – Washington – Il direttore dell’FBI Christopher Wray ha rivolto ieri sera, nel corso del suo lungo intervento all’Hudson Institute di Washington, come riferisce la Bbc, un duro attacco alla Cina: “Pechino minaccia le famiglie dei dissidenti all’estero per costringerli a tornare a casa. La Cina è la più grande minaccia per gli Stati Uniti”. Parole forti che seguono l’invito di Wray alle diverse comunità cinesi rifugiati negli Stati Uniti di chiedere aiuto se funzionari di Pechino dovessero fare pressioni per il loro ritorno in Cina. Secondo il direttore, il programma cinese per riportare nella Repubblica popolare i ricercati, noto come “Caccia alla volpe”, prevede il ricatto nei confronti delle famiglie dei fuggiaschi rimaste in Cina. Ha esortato le persone a contattare l’FBI se i funzionari cinesi cercassero di costringerli a tornare in Cina. Dopo l’affondo su questa violazione dei diritti umani, Wray si è dedicato all’azione di controspionaggio dell’Fbi: “Il Bureau federale oggi apre un fascicolo sulla Cina ogni 10 ore, posso dire che dei circa 5.000 casi aperti di controspionaggio negli Stati Uniti, quasi la metà riguardano attività cinesi”. Wray ha ribadito le accuse degli Stati Uniti secondo cui la Cina ricorre all’uso di spionaggio, furto informatico, ricatto e altri mezzi come parte di una strategia per sostituire gli Stati Uniti come potenza economica e tecnologica dominante nel mondo. La Cina ha respinto i commenti di Wray, infatti il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha affermato: “le dichiarazioni di Wray ignorano i fatti principali, sono piene di menzogne ​​politiche e rivelano appieno le sue idee sulla Guerra Fredda oltre ai pregiudizi ideologici”. Inoltre, Pechino ha negato le accuse statunitensi di impiegare lo spionaggio informatico come arma contro gli Stati Uniti.

Nel frattempo, apre oggi la sede della sicurezza nazionale cinese a Hong Kong, a pochi passi da Victoria Park, simbolo delle proteste. Il nuovo ufficio ha sede nell’ex Metropark Hotel di Causeway Bay. A quanto sembra si tratterebbe di una location provvisoria, una scelta significativa questa del quartier generale dell’intelligence cinese, perché il grattacielo di vetro e acciaio è vicino al Victoria Park, sede tradizionale delle grandi adunate dell’opposizione. L’hotel trasformato in base operativa per l’intelligence cinese sarà “il guardiano della sicurezza nazionale”, hanno riferito questa mattina le autorità. La governatrice Carrie Lam ha definito il momento come storico. Intanto non è chiaro ancora quanti saranno gli agenti che saranno impiegati nell’ex Metropark Hotel.

Durante la cerimonia di apertura, il capo dell’ufficio di sicurezza Zheng Yanxiong ha affermato che avrebbe applicato rigorosamente la legge senza violare i diritti e gli interessi legittimi di qualsiasi individuo o organizzazione.

Intanto le principali società Internet statunitensi tra cui Facebook, Microsoft, Google, Twitter e Zoom hanno annunciato di aver sospeso l’elaborazione delle richieste di dati degli utenti dalle autorità di Hong Kong. Gli Stati Uniti hanno iniziato a rimuovere lo status speciale di Hong Kong nella legge degli Stati Uniti poiché Washington non ritiene più l’hub finanziario globale sufficientemente autonomo dalla Cina continentale.

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