K metro 0 – Adnkronos – Roma – È stato firmato alla Farnesina il Patto per l’Export: una strategia innovativa e condivisa per il rilancio dell’esportazione del ‘Made in Italy’ nella fase post-emergenza sanitaria, attraverso un deciso rafforzamento degli strumenti di sostegno all’internazionalizzazione grazie ai fondi stanziati recentemente dal governo. “Abbiamo superato il periodo più buio
K metro 0 – Adnkronos – Roma – È stato firmato alla Farnesina il Patto per l’Export: una strategia innovativa e condivisa per il rilancio dell’esportazione del ‘Made in Italy’ nella fase post-emergenza sanitaria, attraverso un deciso rafforzamento degli strumenti di sostegno all’internazionalizzazione grazie ai fondi stanziati recentemente dal governo.
“Abbiamo superato il periodo più buio di questa crisi: ora il Paese può ripartire, con cautela ma con coraggio. Il motore del Made in Italy può tornare a correre“, ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, presiedendo la cerimonia.
Il documento riassume le risorse straordinarie stanziate dal governo per imprimere al sistema produttivo nuovo slancio, per un totale di un miliardo e 336 milioni di euro. Esso riflette anche le istanze presentate dalle 147 associazioni di categoria e oltre 250 esponenti di tutti i settori produttivi, che hanno preso parte a 12 tavoli settoriali di ascolto e dialogo tra istituzioni e imprese private, presieduti dal sottosegretario Di Stefano. Nel corso di questi incontri sono state individuate linee d’intervento prioritarie, confluite negli assi strategici del Patto: comunicazione, promozione integrata, formazione/informazione, e-commerce, sistema fieristico e finanza agevolata.
“Con questo Patto, oggi, apriamo un nuovo cantiere, il cantiere del Made in Italy nel mondo, al quale dovremo inevitabilmente approcciarci con grande umiltà e spirito di servizio, verso il nostro Paese e verso tutti i cittadini” ha detto Di Maio.
“Siamo qui oggi a firmare, insieme, un vero e proprio patto, il Patto per l’Export, che ci lega a precise responsabilità ed impegno reciproco – ha sottolineato – Uno strumento che recepisce le richieste” raccolte durante i 12 tavoli settoriali. Queste richieste “hanno ispirato una nuova strategia per l’internazionalizzazione del nostro sistema produttivo. Una strategia certamente ambiziosa, ma solida, che si regge su sei pilastri”, ha aggiunto Di Maio.
“Se c’è una cosa che la pandemia non ha compromesso è la grande domanda di Italia nel mondo – ha evidenziato il titolare della Farnesina – E noi le andremo incontro. Ed è questo lo spirito del Patto per l’Export, e lo spirito con cui affrontiamo, tutti insieme, il periodo che ci apprestiamo a vivere. Una fase complessa e molto delicata, in cui ci sarà bisogno del massimo contributo da parte di tutti, della massima unione di intenti. Una fase che rappresenta una sfida enorme, ma anche un’opportunità”.
Di Maio ha poi evidenziato che “dai tavoli settoriali e dal confronto con le associazioni è emerso chiaramente che la ripartenza non potrà prescindere dall’avvio di un grande re-branding nazionale, di costruzione di una nuova e più forte narrazione dell’Italia all’estero. Uno sforzo di comunicazione strategica e integrata a favore del nostro Made in Italy e di tutte le nostre filiere”. Un elemento “fondamentale” per la ripartenza è “promuovere una conoscenza ancora più estesa e approfondita dell’Italia, del suo territorio e delle sue eccellenze, in tutti i settori”, ha aggiunto il titolare della Farnesina.
Il Patto per l’Export è “frutto di un processo inclusivo e approfondito” per un “salto di qualità” a sostegno “di uno dei vettori fondamentali della crescita del nostro Paese”, ha sottolineato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nel suo intervento alla cerimonia.
Un lavoro con “un significativo grado di lungimiranza”, ha osservato, che anche nella fase più difficile della crisi del Covid “non si è interrotto, ma è stato rilanciato sia dal punto di vista delle risorse necessarie, sia sotto il profilo della ricognizione, preparazione e organizzazione”. Il tutto per permettere alle imprese di esprimere “le potenzialità inespresse” innescando così “un circolo potenzialmente virtuoso”.