K metro 0 – Madrid/Roma – “Il sollevamento delle restrizioni alle frontiere nell’Ue deve avvenire in maniera coordinata, sulla base di criteri comuni e trasparenti”. Lo ha scritto su Twitter il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, aggiungendo di aver inviato assieme al presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte “una lettera alla Commissione Europea perché la
K metro 0 – Madrid/Roma – “Il sollevamento delle restrizioni alle frontiere nell’Ue deve avvenire in maniera coordinata, sulla base di criteri comuni e trasparenti”. Lo ha scritto su Twitter il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, aggiungendo di aver inviato assieme al presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte “una lettera alla Commissione Europea perché la transizione alla nuova Normalità in Europa sia sicura”.
La notizia è stata ripresa dalle maggiori testate nazionali di entrambi i paesi: il premier italiano Giuseppe Conte e quello del governo spagnolo Pedro Sánchez, hanno chiesto a Bruxelles di eliminare al più presto i controlli alle frontiere tra gli stati dell’Unione europea che questa riapertura avvenga in maniera “coordinata, non discriminatoria e in base a criteri epidemiologici chiari e trasparenti”.
“Il ritorno dell’Unione Europea alla normalità richiede, sui movimenti alle frontiere, criteri condivisi, trasparenza e pieno coordinamento. Questo l’obiettivo della lettera che ho inviato, insieme a Sanchez, alla Presidente della Commissione Ue Von der Leyen”, scrive in un tweet Conte.
“Credo che torneremo al pieno funzionamento dell’area Schengen non più tardi di fine giugno”. Lo ha detto la commissaria Ue dell’interno, Ylva Johansson, al termine della videoconferenza dei ministri dell’interno europei. La commissaria ha sottolineato che per molti Paesi le restrizioni ai movimenti interni all’Ue saranno tolte già il 15 giugno, ma alcuni “dicono di non essere pronti a farlo” e di aver bisogno di valutare ulteriormente la situazione epidemiologica.
Questo il testo integrale della lettera, che l’Adnkronos ha potuto visionare: “Finalmente, dopo molte settimane, e grazie all’enorme sforzo dei nostri sanitari, delle forze dell’ordine e dei nostri cittadini, è tempo di iniziare a pensare alla riattivazione delle nostre economie e di recuperare la normalità, anche se per un periodo sarà diversa dalla normalità a cui eravamo abituati. In questo contesto, non vediamo l’ora di recuperare rapidamente un elemento fondamentale del progetto europeo: la libera circolazione nella vasta area Ue/Schengen. A tal proposito, accogliamo con favore la pubblicazione della comunicazione della Commissione del 13 maggio scorso sulla revoca dei controlli alle frontiere interne. La sua coerente attuazione è ora fondamentale. Riteniamo che, affinché questa ripresa sia efficace e armoniosa, l’eliminazione delle restrizioni alle nostre frontiere interne debba essere effettuata in modo coordinato, non discriminatorio e basato su criteri epidemiologici comuni, chiari e trasparenti. In questo senso, proponiamo che l’Ecdc svolga un ruolo guida, definendo al più presto questi criteri insieme agli Stati membri. Riteniamo che l’obiettivo finale dovrebbe essere il pieno ripristino della libertà di movimento tra tutti gli Stati membri.
La libera circolazione dei cittadini nell’Ue e in Schengen dovrebbe essere interrotta solo se ciò è giustificato da criteri chiari e obiettivi stabiliti da un organismo europeo come l’Ecdc in coordinamento con gli Stati membri. A tal fine, sarà di vitale importanza che tutti ci impegniamo a condividere le informazioni necessarie con le autorità europee. Riteniamo inoltre che sarebbe cruciale considerare il modo migliore di organizzare un processo graduale e coordinato per quanto riguarda l’apertura delle frontiere esterne sulla base di una serie di criteri. Le soglie di incidenza nei paesi terzi, per esempio, dovrebbero essere concordate tra noi, prima di riguadagnare la piena mobilità con loro. Sulla stessa linea e in conformità con le proposte della Commissione, riteniamo che sia essenziale che i trasporti siano regolati da protocolli di sicurezza sanitaria armonizzati e concordati da tutti. Ciò è particolarmente rilevante nel caso delle misure di sicurezza sanitaria alle frontiere, che dovrebbero essere comuni a tutta l’Ue e allo spazio Schengen. Riteniamo pertanto che sia urgente che l’Unione europea intervenga in questi ambiti.
Molti dei nostri Stati membri si stanno avvicinando alla data in cui riapriranno i loro confini alla mobilità turistica. Il modo in cui questo processo verrà svolto determinerà in larga misura la percezione che i nostri cittadini hanno della centralità dell’Unione europea nell’affrontare questa crisi e la resilienza dei principi fondamentali dell’UE e di Schengen”.