K metro 0 – Londra – Il Regno Unito ha presentato oggi il suo nuovo regime tariffario doganale post Brexit che va a sostituire la tariffa esterna dell’Unione Europea e che sarà applicato ai Paesi con cui non si hanno accordi, rimuovendo tutti i dazi inferiori al 2%. Ad annunciarlo proprio il governo britannico, specificando
K metro 0 – Londra – Il Regno Unito ha presentato oggi il suo nuovo regime tariffario doganale post Brexit che va a sostituire la tariffa esterna dell’Unione Europea e che sarà applicato ai Paesi con cui non si hanno accordi, rimuovendo tutti i dazi inferiori al 2%. Ad annunciarlo proprio il governo britannico, specificando che il nuovo regime si chiamerà UKGT (UK Global Tariff), sarà fissato in sterline e sarà approvato entro la fine dell’anno per entrare in vigore dal gennaio 2021.
Nello specifico, il nuovo regime manterrà i dazi per alcuni settori come l’agricoltura, l’automotive (al 10%) e la pesca ed eliminerà quelle sulle importazioni (come viti e bulloni) che entrano nelle catene di approvvigionamento per un valore di 30 miliardi di sterline. Ci saranno molti prodotti che scenderanno a tariffa zero tra cui elettrodomestici (come la lavastoviglie dal 2,7%), prodotti sanitari e assorbenti (in calo dal 6,3%) e alcuni prodotti da cucina come il lievito in polvere (in calo dal 6,1%). Dazi ridotti su oltre 100 prodotti green, come termostati e lampade a LED.
Il segretario di Stato per il Commercio Internazionale ha affermato: “Per la prima volta in 50 anni siamo in grado di impostare il nostro regime tariffario su misura per l’economia del Regno Unito, il nuovo sistema andrà a beneficio dei consumatori e delle famiglie, riducendo la burocrazia e il costo di migliaia di prodotti di uso quotidiano”. Ha aggiunto inoltre che con questo approccio diretto si sostiene l’industria del Regno Unito e si aiutano le aziende a superare le sfide economiche senza precedenti poste dal coronavirus.
Intanto, mentre si lavora al nuovo regime tariffario post Brexit, aumentano nel Paese le richieste di sussidi di disoccupazione che salgono ai massimi storici per la crisi economica causata dalla pandemia del Covid-19.
L’ONS (Ufficio Nazionale di Statistica) e l’ILO (International Labour Organization) rendono noto che nel trimestre gennaio-marzo il tasso di disoccupazione si è attestato al 3,9%, inferiore alla rilevazione precedente. Ad aprile il numero di persone che hanno richiesto sussidi di disoccupazione è aumentato di 865.500 unità (le aspettative erano fissate su un incremento di 675.000 unità). Nel mese di marzo le persone che hanno richiesto sussidi erano aumentate di 5.400 unità.
I dati esaminati per i lavori di aprile hanno mostrato che il numero di persone nei libri paga delle aziende è diminuito dell’1,6% da marzo e dell’1,2% in meno rispetto a un anno prima. I posti vuoti sono diminuiti di più nel periodo febbraio-aprile, scendendo da 170.000 a 637.00.
L’occupazione è cresciuta di 211.000 nei primi tre mesi dell’anno rispetto a una previsione di crescita dell’occupazione di 50.000 secondo il sondaggio svolto dalla Reuters.