K metro 0 – Roma – “Mi sono convertita all’Islam, è stata una mia libera scelta“. A quanto si apprende lo ha detto Silvia Romano agli 007 dell’Intelligence italiana, spiegando di essere stata “trattata bene” dai suoi sequestratori e di non aver subito violenze nei 15 lunghi mesi di prigionia trascorsi nelle mani dei jihadisti di Al
K metro 0 – Roma – “Mi sono convertita all’Islam, è stata una mia libera scelta“. A quanto si apprende lo ha detto Silvia Romano agli 007 dell’Intelligence italiana, spiegando di essere stata “trattata bene” dai suoi sequestratori e di non aver subito violenze nei 15 lunghi mesi di prigionia trascorsi nelle mani dei jihadisti di Al Shabab in Somalia. Il cooperante ha anche affermato di non essere stata costretta al matrimonio, smentendo le voci che si erano diffuse nei mesi scorsi, riporta l’Adnkronos.
“Il sorriso di Silvia infonde in tutti noi, in tutto il Paese, una grande energia, una boccata di ossigeno più che mai necessaria in questo momento. Bentornata a casa!”. Così su Facebook il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a stretto giro dall’arrivo del cooperante rapita in Kenya all’aeroporto di Ciampino, dove è arrivato lo stesso presidente del Consiglio per accoglierla.
Nel frattempo, la notizia del ritorno in Italia di Silvia Romano è stata subito offuscata da obsolete polemiche sul pagamento di un eventuale riscatto e da quelle degli ultimi minuti sulla sua conversione religiosa, sulla quale ha perfino aperto un Tg della Rai. Altri commentatori non hanno perso tempo a contestare l’abito verde, colore dell’islam, che Silvia ha indossato fin dalla sua partenza a Mogadiscio. Ora, la conversione all’islam appartiene esclusivamente all’ambito delle sue personali scelte religiose, e non può minimamente intaccare la gioia per la sua liberazione. La stessa Silvia, secondo il sito online Open che rilancia le affermazioni di uno 007, è stata perfino costretta a rivelare di essersi convertita come “una mia libera scelta, non c’è stata nessuna costrizione da parte dei rapitori che mi hanno trattato sempre con umanità. Non è vero invece che sono stata costretta a sposarmi, non ho avuto costrizioni fisiche né violenze”. Dunque, prima ancora di recarsi dalla sua famiglia per abbracciarla e dai magistrati che indagano sul suo rapimento, la fuga di notizie ha messo in evidenza, in qualche organo di stampa, la volontà di alzare un inutile polverone polemico su abito verde, conversione all’islam, matrimonio forzato.
“Si è appena conclusa l’operazione che ha portato alla liberazione della nostra connazionale Silvia Romano, dopo una prigionia lunga 18 mesi – si legge sul profilo Facebook di Palazzo Chigi – L’intervento, condotto dal personale dell’Aise unitamente alla preziosa collaborazione dei servizi turchi e somali, è stato portato a termine dopo intense e complesse attività operative e di intelligence realizzate in contesti territoriali di estrema pericolosità”.
“Nei giorni in cui l’operazione era in corso, si è mantenuto il doveroso riserbo per garantire il buon esito della vicenda. Il successo dell’operazione, oltre ad evidenziare le capacità tecniche e di relazione dell’intelligence e l’impegno investigativo dell’Autorità Giudiziaria italiana, mette in luce anche la straordinaria attenzione che il Governo ha nei confronti della vita dei nostri connazionali, che è sempre considerata una priorità assoluta. A tal riguardo – rimarca Conte – sottolineo l’impagabile lavoro delle donne e degli uomini del Ministero degli Affari Esteri e dell’intera Unità di crisi della Farnesina”.