K metro 0 – Roma – Finalmente l’Italia ha un governo nella pienezza delle sue funzioni, con un’ampia maggioranza politica: il nuovo esecutivo è guidato dal prof. Giuseppe Conte, e come Vicepremier ha i leader dei 2 partiti vincitori delle elezioni del 4 marzo, Luigi Di Maio (M5S) e Matteo Salvini (Lega Nord). Questo nuovo governo
K metro 0 – Roma – Finalmente l’Italia ha un governo nella pienezza delle sue funzioni, con un’ampia maggioranza politica: il nuovo esecutivo è guidato dal prof. Giuseppe Conte, e come Vicepremier ha i leader dei 2 partiti vincitori delle elezioni del 4 marzo, Luigi Di Maio (M5S) e Matteo Salvini (Lega Nord). Questo nuovo governo (che vede la luce a 88 giorni dalle elezioni: una delle crisi più lunghe nella storia della Repubblica) è nato, in pratica, alle 19 di giovedì 31 maggio: quando Di Maio e Salvini, riunitisi alla Camera sin dalle 15, annunciavano che “Ci sono le condizioni per un governo politico”. Poco dopo, alle 19,30, Carlo Cottarelli rimetteva nelle mani del Presidente della Repubblica il mandato conferitogli giorni prima per creare un governo tecnico di transizione, e Giuseppe Conte accettava pienamente l’incarico di Presidente del Consiglio, presentando poi a Sergio Mattarella la lista dei ministri.
Si è chiusa, così, una crisi che ha conosciuto momenti di forte tensione: soprattutto quando, domenica 27 maggio, il primo incarico dato a Conte naufragava sullo scoglio costituito dall’ indicazione (voluta dall’ M5S, ma contrastata da Mattarella in nome dell’autonomia decisionale del Capo dello Stato) dell’economista “controcorrente” Paolo Savona, critico dell’euro e di altri aspetti della costruzione europea, come ministro dell’Economia. Superando le critiche mossegli da buona parte dell’opinione pubblica a proposito di presunte interferenze dei partner UE nella composizione del nuovo Governo, Mattarella ha mostrato flessibilità accettando lo spostamento di Savona – economista già dirigente della Banca d’Italia, poi docente universitario e direttore generale della Confindustria col mitico Guido Carli – al dicastero degli Affari Europei-Politiche comunitarie.
“Lavoreremo intensamente per realizzare gli obbiettivi politici anticipati nel contratto, lavoreremo con determinazione per migliorare la qualità di vita di tutti gli italiani”, ha detto al Quirinale Giuseppe Conte – avvocato civilista pugliese, docente ordinario di Diritto alle Università LUMSA, Roma Tre e di Sassari – dopo aver letto la lista dei ministri del suo governo. Governo di cui Vicepresidenti sono Di Maio (anche ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico) e Salvini (anche ministro dell’Interno), e che comprende 18 ministri, di cui 5 donne. Otto sono gli esponenti dei Cinque Stelle: e cioè Alfonso Bonafede , anche lui avvocato civilista, collaboratore dell’ Università di Firenze, alla Giustizia, Riccardo Fraccaro (veneto, già dipendente d’ una società elettrica, attualmente questore della Camera) ai rapporti col Parlamento e per la democrazia diretta, Barbara Lezzi, pugliese, impiegata, al ministero per il Sud, Elisabetta Trenta , docente alla Link Campus University ed esperta di sicurezza e di intelligence, alla Difesa, Danilo Toninelli , attuale capogruppo al Senato, già dipendente d’una compagnia assicurativa, alle Infrastrutture, Alberto Bonisoli, Direttore dell’ Accademia delle Belle arti di Milano, ai Beni culturali e al Turismo, Giulia Grillo, capogruppo alla Camera, alla Salute, e Sergio Costa, Generale di Brigata dei carabinieri, il cui nome è legato all’indagine sulla “Terra dei Fuochi”, all’Ambiente.
Sono invece 5 i ministri della Lega: Giulia Bongiorno, avvocato specialista di diritto penale dell’ economia e reati contro la Pubblica amministrazione, già difensore di imputati come Giulio Andreotti e il giudice Clementina Forleo, alla Funzione pubblica; Erika Stefani, avvocato, già vicesindaco in Veneto, agli Affari regionali; Lorenzo Fontana, vicesegretario federale della Lega e tra i 4 vicepresidenti della Camera, al ministero per la Disabilità (recentemente proposto nel “contratto di governo” M5S-Lega) e per la Famiglia; Gian Marco Centinaio, capogruppo di Lega e Autonomie al Senato, già vicesindaco di Parma, alle Politiche agricole, e Marco Bussetti, dirigente dell’ Ufficio scolastico regionale della Lombardia e docente universitario, all’Istruzione. A completare la squadra di governo sono 3 ‘tecnici’: il romano Giovanni Tria, docente universitario a Perugia e a Roma, attualmente preside di Economia a Tor Vergata, al ministero dell’Economia e Finanze; Enzo Moavero Milanesi, avvocato, già ministro per gli Affari europei, nei governi Monti e Letta, agli Esteri, e il ricordato Paolo Savona agli Affari europei. Sarà il vicesegretario leghista Giancarlo Giorgetti a ricoprire il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Molti, i “dossier” scottanti che attendono il nuovo Governo: dall’ immigrazione al destino dell’Ilva di Taranto e alla legge di bilancio. Dal prospettato aumento dell’IVA alla flat tax, dal reddito di cittadinanza (da tempo “cavallo di battaglia” delle proposte di M5S) alla questione Alitalia (per la quale il termine per concludere la compravendita scadrà il 31 ottobre). L’esecutivo varato da Conte ha ottenuto il 5 giugno la fiducia del Senato, con 171 sì, 117 no (PD e Forza Italia) e 25 astenuti (Fratelli d’ Italia e senatori a vita).
Alla Camera, la fiducia è stata votata mercoledì 6 giugno, con 350 voti a favore, 236 contrari e 35 astenuti. Esponendo punto per punto il suo programma, Conte s’ è scontrato con le opposizioni di sinistra parlando prima della “vexata questio” del conflitto d’interessi (“che è negli interstizi della società a qualsiasi livello”, ha precisato il Premier annunciando di volerlo definitivamente estirpare), poi della possibile valorizzazione dell’Anac, organismo che sinora non avrebbe dato i risultati sperati. “Dell’ Anac”, ha detto Conte, “bisogna rafforzare la fase di prevenzione, in modo di avere una sorta di certificazione anticipata degli amministratori pubblici per poter procedere alle gare più speditamente”). Nessun cenno alla possibile revisione della riforma Fornero; mentre sulla scuola, altro tema non toccato nella discussione al Senato, il Premier ha ammesso che “In materia di buona scuola abbiamo ragionato con tanti stakeholders, ci sono criticità su cui vogliamo intervenire”.
Su banche e circuiti finanziari, Conte, riprendendo qui programmi di precedenti governi, ha sottolineato che l’esecutivo sta “maturando consapevolezza, che è nel contratto, e la valutazione che sia opportuno distinguere fra banche che erogano credito, e soprattutto caratterizzate a livello territoriale, e banche di investimento votate più alla speculazione. Sicuramente ci sarà una revisione dei provvedimenti sul credito cooperativo e sulle banche popolari”.
“Dobbiamo cercare di riappropriarci del ruolo della politica”, ha detto, infine, il Presidente del Consiglio;” questo vuol dire che la politica si riappropria della guida, e …dico che in queste Aule e dal governo vogliamo tracciare una linea di sviluppo perché abbiamo un progetto di futuro: di innovazione tecnologica, di società e imprese attente all’impatto delle iniziative economiche sull’ambiente e ai diritti dei lavoratori”. “Questo governo – ha concluso Conte nella sua replica – ha l’ardire di poter promuovere delle nuove politiche economiche. Questo significa… voler promuovere una crescita sociale e economica, nel rispetto del principio di discesa progressiva del debito”.