K metro 0 – Bruxelles – Le “conseguenze economiche e sociali” della crisi provocata dalla pandemia di Covid-19, “la più drammatica dalla fine della Seconda Guerra Mondiale“, hanno “appena iniziato a farsi sentire e niente, nel contesto di questa crisi senza precedenti, consente di determinare quando potrebbero arrivare alla fine”. Lo ha detto la presidente della
K metro 0 – Bruxelles – Le “conseguenze economiche e sociali” della crisi provocata dalla pandemia di Covid-19, “la più drammatica dalla fine della Seconda Guerra Mondiale“, hanno “appena iniziato a farsi sentire e niente, nel contesto di questa crisi senza precedenti, consente di determinare quando potrebbero arrivare alla fine”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen durante il collegio dei commissari del primo aprile scorso a Bruxelles, riporta il verbale della riunione consultato dall’AdnKronos.
Nella riunione dell’Eurogruppo del 24 marzo i ministri hanno discusso “la possibilità di prendere a prestito denaro congiuntamente, i cosiddetti coronabonds, e le Eccl, uno strumento precauzionale del Mes”, ma “queste discussioni sono state difficili, alla luce delle forti differenze nelle posizioni degli Stati membri e hanno riaperto le ferite, profonde e ancora dolorose, lasciate dalla crisi del 2008″ aveva detto prima che l’Eurogruppo si riunisse nuovamente, il 9 aprile, trovando un accordo sul ‘pacchetto’ di misure poi approvato dai leader il 23 aprile scorso (piano Sure, piano Bei, linee di credito del Mes e Recovery Fund). Ora la Commissione deve presentare una proposta sul Recovery Fund e domani il collegio dovrebbe tenere una prima discussione sulla questione.
Il Quadro Finanziario Pluriennale dell’Ue 2021-27 “offrirà una garanzia considerevole, nell’ordine di circa mille miliardi di euro” per il Recovery Plan. In questa riunione, dunque, von der Leyen ha parlato del famoso “trilione” di euro non come la quantità di investimenti necessaria per rilanciare l’economia europea, bensì come la “garanzia” necessaria per raccogliere i soldi necessari. In questo quadro, von der Leyen ha detto di puntare ad “un piano di investimenti potente e ha sottolineato che è in corso una riflessione per stabilire se sarebbe bene lanciarlo fin dai primi anni dell’Mff”, che va dal 2021 al 2027. Von der Leyen ha aggiunto che, “in definitiva, spetta agli Stati membri decidere se vogliono una sorta di Piano Marshall a 27 o se intendono rilanciare le rispettive attività ciascuno per sé. Sia come sia – riferisce ancora il verbale – la presidente desidera che il piano di investimenti metta chiaramente l’accento sulle grandi priorità della Commissione, in particolare la digitalizzazione, della quale la crisi attuale rivela più che mai l’importanza, e il patto verde per l’Europa, il cui lato che attiene all’economia circolare contribuirà a ridurre la dipendenza dell’Unione dalle catene di approvvigionamento mondiali, riducendo il consumo di risorse essenziali”.