K metro 0 – Riyadh – L’Arabia Saudita ha deciso che non applicherà più la pena capitale per crimini commessi da persone che hanno meno di 18 anni, afferma la Commissione per i diritti umani del Paese. L’annuncio viene citato da un Decreto reale del re Salman. La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del minore
K metro 0 – Riyadh – L’Arabia Saudita ha deciso che non applicherà più la pena capitale per crimini commessi da persone che hanno meno di 18 anni, afferma la Commissione per i diritti umani del Paese. L’annuncio viene citato da un Decreto reale del re Salman.
La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del minore – firmata da Riyadh – afferma che la pena capitale non sarà applicata per i reati commessi da minori, intanto un alto funzionario saudita ha confermato ad Al Arabiya in inglese domenica, la nuova riforma saudita adottata.
È la seconda grande riforma giudiziaria, in una settimana, adottata dal Regno Saudita, dopo aver eliminato, anche la fustigazione, come forma di punizione per i reati minori. Sarà sostituita da carcere, multe o entrambi, in una decisione della Commissione Generale dell’Arabia Saudita per la Corte Suprema. “La decisione è un’estensione delle riforme dei diritti umani introdotte sotto la direzione del re Salman”, ha specificato il governo di Riad, illustrando la decisione. Il concetto di “Ta’zir” consente ai giudici di decidere in autonomia sulla forma di punizione da infliggere, per i crimini che non sono specificatamente definiti dalla legge islamica della Sharia, secondo il Corano o la sunna (Hadith). Non per mancanza di risposte, quanto per l’efficienza della sentenza, tenendo conto del tempo, luogo e condizioni.
Parlando delle riforme giudiziarie, il ricercatore dell’Arabia Saudita Fahad al-Shoqiran, ha affermato che le autorità del Regno stanno apportando le modifiche al concetto di “Ta’zir”, dato il contesto in rapido cambiamento dell’Arabia Saudita, in prospettiva di Saudi Vision 2030.
“Il decreto significa che tutti gli individui minorenni che hanno ricevuto una condanna a morte per reati commessi non devono affrontare l’esecuzione. Invece, avranno una pena detentiva non superiore a 10 anni in una struttura di detenzione minorile”, ha riferito il presidente della Saudi Human Rights Commission (HRC) Awwad Alawaad, come riporta Reuters.
A fine 2019 erano almeno 26.604 le persone condannate a morte nel mondo e le esecuzioni sono state eseguite con queste modalità: decapitazione, elettrocuzione, impiccagione, iniezione letale e fucilazione.