K metro 0 – Bratislava – L’epidemia del Covid-19 avanza anche nell’Est Europa. Secondo gli ultimi dati in Slovacchia al momento si contano 682 contagiati e due persone morte. Le autorità, inoltre, hanno deciso di individuare rapidamente eventuali focolai all’interno delle realtà sociali più svantaggiate del Paese. Si tratta dei nomadi stanziati nel Paese, che
K metro 0 – Bratislava – L’epidemia del Covid-19 avanza anche nell’Est Europa. Secondo gli ultimi dati in Slovacchia al momento si contano 682 contagiati e due persone morte. Le autorità, inoltre, hanno deciso di individuare rapidamente eventuali focolai all’interno delle realtà sociali più svantaggiate del Paese. Si tratta dei nomadi stanziati nel Paese, che secondo le ultime stime, sarebbero oltre 100mila. L’esecutivo di Bratislava, riferisce la Bbc, ha annunciato lunedì l’avvio dei test di massa nei riguardi dei rom e i primi esami diagnostici. La responsabilità di svolgere tali esami clinici è stata affidata dal primo ministro Igor Matovic direttamente ai medici dell’esercito. Questi ultimi sottoporranno i nomadi a tamponi fino al 9 aprile. Lo stesso capo del governo slovacco, riferisce l’emittente, ha affermato che la necessità di condurre esami diagnostici tra i membri della comunità slovacca è stata dettata dal fatto che finora circa 1500 rom sarebbero entrati nel Paese provenendo dall’estero, soprattutto dalla Gran Bretagna. Gli esami clinici di massa sono stati presentati da Matovic come una misura fondata esclusivamente dalla necessità di prevenire la diffusione del Covid-19 tra persone appartenenti alle fasce sociali più deboli. I test, comunque, sono stati anche richiesti dagli attivisti rom.
La Repubblica Ceca è stata tra i primi Paesi a dichiarare lo stato di emergenza a marzo, quando ancora il numero di casi era inferiore a 200, con misure molto rigide. I dati degli ultimi giorni hanno indicato una crescita percentuale giornaliera dei contagi a una sola cifra, il numero di positivi è di 5.335 e i decessi sono 104. Il governo ha intenzione di iniziare già questa settimana test a campione sulla popolazione per effettuare una stima sulla diffusione del virus anche tra gli asintomatici.
Il paese, comunque, si prepara a riaprire prima di Pasqua. Già dall’8 aprile riaperti alcuni negozi, come ferramenta e rivenditori di materiali da costruzione e saranno tolti alcuni divieti sulle attività sportive all’aperto, come jogging o bicicletta. Un numero più consistente di esercizi commerciali dovrebbe riaprire dopo Pasqua. Il 14 aprile il governo prevede anche di allentare le restrizioni sui viaggi all’estero, oggi consentiti solo ai lavoratori pendolari. Chi vuole lasciare il Paese dovrà presentare valide motivazioni e rispettare poi una quarantena di due settimane al ritorno. Le perdite per l’industria turistica ceca derivanti dalla pandemia di coronavirus dovrebbero raggiungere i 50 miliardi di CZK entro la fine di aprile, ma potrebbero raggiungere i 75 miliardi di CZK se si includessero servizi associati al turismo, suggeriscono i dati raccolti dalle imprese e dalle associazioni dei lavoratori. Quattro associazioni di categoria hanno proposto una serie di misure per contrastare i danni economici in un piano inviato al governo la scorsa settimana con l’obiettivo principale di preservare i posti di lavoro e la sopravvivenza delle imprese.
In Bulgaria secondo i dati del 6 aprile le autorità hanno confermato 19 nuovi casi di Covid-19, portando così il numero totale dei contagiati nel paese a 541 persone. Il bilancio totale dei deceduti si è attestato a 21 pazienti a seguito della morte di una persona nella città di Peshtera, l’età media dei decessi è pari a 65 anni.
Nella vicina Romania sono 3.864 i contagi accertati. Sono 374 persone, invece, le persone già guarite e dimesse dagli ospedali, mentre 156 sono decedute. Nei reparti di terapia intensiva sono stati ricoverati al momento 141 pazienti. A livello nazionale, 15.980 persone sono in quarantena e altre 108.810 in isolamento, sotto sorveglianza medica. Le forze dell’ordine hanno individuato 7.935 persone che non hanno rispettato le restrizioni di circolazione, nei loro confronti applicate sanzioni per un valore di circa 4,2 milioni di euro.
In Polonia il numero delle persone risultate positive sale a 5.341, a comunicarlo è il ministero della Sanità, ripreso dall’agenzia di stampa “Pap”, specificando che rispetto all’aggiornamento precedente sono stati riscontrati altri 136 casi. Nelle ultime ore sono morte altre 6 persone, tutte affette da malattie croniche. La quarantena imposta dall’emergenza legata al Coronavirus sta spingendo la popolazione e le istituzioni a trovare soluzioni potremmo definire bizzarre per aggirare difficoltà e restrizioni e compiere ugualmente le azioni quotidiane. A Varsavia, la capitale polacca, il prete Mateusz Kielarski del Tempio della Divina Provvidenza, una delle chiese più grandi della città, ha deciso di portare avanti le confessioni dei fedeli direttamente nel parcheggio dell’edificio di culto, in modo che le persone possano restare al sicuro all’interno delle loro auto. Che dire un’idea creativa, che sembra aver funzionato, a giudicare dal numero di macchine recatesi alla chiesa per la confessione, con i fedeli che dall’abitacolo possono anche ascoltare musica liturgica.
Infine, in Ucraina i casi accertati sono 1500 con 45 decessi. Secondo il governo Zelensky il numero così basso sarebbe il frutto di un lockdown realizzato tempestivamente e con rigore. Dal 18 marzo è stato chiuso tutto: aziende, niente mezzi pubblici compresa il metrò di Kiev, le rimesse degli autobus e le stazioni ferroviarie. Inoltre, per chi non rispetta la quarantena multe che partono dai 500 euro.