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Covid-19, Lagarde: “Governi Ue fianco a fianco per politiche ottimali”

Covid-19, Lagarde: “Governi Ue fianco a fianco per politiche ottimali”

K metro 0 – Adnkronos – Bruxelles – “E’ vitale che a livello di bilancio ci sia una reazione potente nell’insieme della zona euro. I Governi devono essere fianco a fianco per dispiegare insieme politiche ottimali per far fronte ad uno shock comune di cui nessuno è responsabile”. Così il presidente della Bce, Christine Lagarde in un

K metro 0 – Adnkronos – Bruxelles – “E’ vitale che a livello di bilancio ci sia una reazione potente nell’insieme della zona euro. I Governi devono essere fianco a fianco per dispiegare insieme politiche ottimali per far fronte ad uno shock comune di cui nessuno è responsabile”. Così il presidente della Bce, Christine Lagarde in un articolo pubblicato su ‘Le Monde’ a proposito dell’emergenza coronavirus. “Lo shock brutale dell’attività economica è una conseguenza delle decisioni che si sono imposte di chiedere alle persone di restare a casa. È imperativo impedire che delle imprese sostenibili falliscano e che i lavoratori perdano il loro posto di lavoro a causa di una crisi temporanea di cui né gli uni né gli altri sono responsabili”. “Se la disoccupazione abitualmente ci mette più tempo ad aumentare in Europa ed è meno volatile” rispetto agli Stati Uniti, ha aggiunto commentando i dati Usa, “dei primi segnali preoccupanti emergono” nell’area dell’euro. “Nel corso delle ultime due settimane si sono registrati negli Usa 3,3 milioni e poi 6,6 milioni di nuove richieste di sussidi”. I lavoratori, aggiunge, “non sono mai stati così minacciati dagli anni 1930“. Nel 2009, ad esempio, rileva, negli Usa “si erano registrati settimanalmente fino a 665mila richieste di sussidi”.

“Un totale allineamento delle politiche di bilancio e delle politiche monetarie e la parità di trattamento di fronte al virus sono i mezzi migliori per proteggere la nostra capacità produttiva e l’occupazione in vista di ritrovare tassi di crescita economica e tassi di inflazione sostenibili una volta finita la pandemia”. “Se tutti i Paesi dell’area dell’euro non si rialzeranno insieme gli altri ne subiranno le conseguenze. È dimostrandosi solidali che si serve i propri interessi. La Bce continuerà a recitare il suo ruolo rispettando la sua mission di mantenimento della stabilità dei prezzi e rimanendo al servizio dei cittadini europei”.

“Per evitare danni irreparabili l’economia deve essere messa come ‘in stand by’ e mantenuta in una situazione la più vicina a quella precedente alla pandemia”. Tra gli strumenti da utilizzare “c’è quello di introdurre dei dispositivi pubblici per sostenere i posti di lavoro nel breve termine“. “Un’altra soluzione è quella di mobilitare il sistema bancario affinché fornisca alle imprese le liquidità per permettere alle aziende di continuare a pagare i propri dipendenti e le bollette”. La zona euro conclude, “essendo un’economia fondata sulle banche deve facilitare il flusso di credito per contribuire rapidamente ad iniettare liquidità nell’insieme dell’economia“.

I Governi e le banche centrali, aggiunge Lagarde, “prendono delle decisioni aggiuntive per mettere in condizione le banche di essere pronte. Le garanzie fornite dai governi riducono il rischio di credito per le banche: dispositivi simili sono già stati messi in campo per circa il 16% del pil nell’area dell’euro. La Bce, dal canto suo, apporta abbastanza liquidità affinché le banche non siano confrontate ad un rischio di questo tipo”. La Bce aggiunge la presidente dell’Istituto di Francoforte, “vigila anche affinché le condizioni di finanziamento restino favorevoli per gli insieme degli attori economici”. Le decisioni prese dalla Bce “incoraggeranno le banche ad accordare prestiti alle piccole imprese e ai microimprenditori il cui accesso al credito è generalmente limitato e ad effettuare il rifinanziamento prendendo a prestito dalla Bce con tassi negativi per un periodo fino a tre anni. La zona euro conta circa 22 milioni di lavoratori autonomi, ossia il 14% dell’occupazione totale. Queste nuove misure faciliteranno l’accesso al credito per una parte importante” di questi lavoratori autonomi.

“Nel 2009 la crescita economica nella zona euro aveva registrato un calo del 4,5% e del 2,9% in Francia. Oggi secondo gli economisti ogni mese di confinamento si tradurrà con una perdita di crescita tendenziale del 2-3% nel 2020” ha aggiunto in un’intervista al quotidiano francese ‘Le Parisien’. “Ciò potrebbe implicare un calo del Pil del 3,5-4% nello scenario di un confinamento di alcune settimane a -9-10% in uno scenario di confinamento più lungo e che durasse più mesi. Ma attenzione sono solo ipotesi”. “Non c’è rischio default di un Paese della zona euro. L’architettura dell’area euro è stata rafforzata per evitare questo tipo di rischio. La Bce c’è e dispone di tutti gli strumenti necessari e fornirà lo scudo necessario per proteggere la zona euro. Prima di marzo mi dicevano ‘la cassetta degli attrezzi è vuota, non avete nulla, non potrete utilizzare l’arma monetaria’. E invece l’abbiamo utilizzata”.

“Una specie di mutualizzazione del debito esiste già oggi attraverso il Mes, la Bei o i prestiti che l’Unione Europea può contrattare. Non credo che bisogna fare una fissazione sui ‘coronabonds’. In Europa le cose prendono un più di tempo rispetto a quello che ci piacerebbe ma alla fine troviamo sempre una soluzione”. “Non sono sorpresa del fatto che il problema non si sia risolto in una notte nel corso di un Eurogruppo. E per fortuna la Bce c’è per fornire lo scudo necessario per arrivare a fare maturare il tipo di progetto necessario”, sottolinea Lagarde. “I coronabonds sono un’espressione di solidarietà a livello europeo ma ce ne sono altre”.

I paesi europei “hanno adottato rapidamente delle misure di grande portata aumentando le spese di bilancio e sostenendo i lavoratori e imprese. Una flessibilità massima è stata accordata dall’Ue per quanto riguarda il debito. Siamo in un periodo in cui dobbiamo utilizzare tutti i nostri strumenti senza esitare“. “La Germania che è molto attaccata al suo budget in pareggio lo ha capito. Ha rinunciato in modo temporaneo alla sua politica di deficit zero”, conclude ancora.

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