K metro 0 – Bruxelles – Dopo aver già risposto, settimane fa, alle domande del congresso USA, il “Re di Facebook”, Mark Zuckerberg, ha accettato di confrontarsi col Parlamento Europeo, per chiarire esattamente quelle che sono le responsabilità di FB, in ordine soprattutto alla “vendita” dei dati personali di molti suoi utenti all’ azienda britannica
K metro 0 – Bruxelles – Dopo aver già risposto, settimane fa, alle domande del congresso USA, il “Re di Facebook”, Mark Zuckerberg, ha accettato di confrontarsi col Parlamento Europeo, per chiarire esattamente quelle che sono le responsabilità di FB, in ordine soprattutto alla “vendita” dei dati personali di molti suoi utenti all’ azienda britannica Cambridge Analytica (che ha riguardato 2,7 milioni di profili di utenti europei sui circa 87 milioni totali), al mancato controllo di FB sulla valanga di “fake news” che corre quotidianamente in Rete e alle presunte connivenze del social network con le possibili interferenze russe nelle elezioni presidenziali americane del 2016 e, forse, in quelle tedesche del 2017.
Antonio Tajani, presidente dell’Europarlamento, ha apprezzato che Zuckerberg “abbia accettato l’invito a venire di persona a confrontarsi con i rappresentanti di 500 milioni di cittadini”. “La democrazia – ha aggiunto – non può essere trasformata in un’operazione di marketing”; e” Il 99% dei cittadini europei ha riscontrato notizie totalmente false diffuse dalle piattaforme. L’ 83% ritiene le fake news una minaccia per la democrazia”. “I giganti digitali devono rispettare le norme su raccolta e utilizzo dei nostri dati”, ha sottolineato Tajani: ricordando che proprio venerdì 25 maggio entrava in vigore il GDPR, nuovo Regolamento europeo sulla Protezione dei Dati Personali.
Ma cosa ha detto esattamente Zuckerberg, rispondendo alle domande degli europarlamentari? È chiaro che non abbiamo fatto abbastanza per evitare che i nostri strumenti non creassero danni. Ci scusiamo per gli errori commessi, ci vorrà del tempo ma sono impegnato per impedire che si ripetano”, ha precisato anzitutto, il fondatore di Facebook, in apertura dell’incontro coi presidenti dei gruppi dell’Europarlamento, svoltosi, a porte chiuse (ma trasmesso in diretta streaming anche da “Euronews”), a Bruxelles. E “Proteggere i dati degli iscritti, combattere il terrorismo e le interferenze straniere alle elezioni sono nostre priorità”. Per il liberale Verhofstadt, lo scandalo di Cambridge Analytica pone un preciso problema etico. Zuckerberg dovrà “chiedersi come verrà ricordato: come uno dei tre giganti di Internet, insieme a Steve Jobs e Bill Gates, o, invece, come un genio che ha creato un mostro digitale che sta distruggendo le nostre democrazie?”. Su questo scandalo (che quasi ricorda quello denunciato anni fa dal tecnico informatico USA Edgar Snowden, accusatore della CIA per il suo segreto accesso alle reti informatiche di tutto il mondo), Zuckerberg non s’è soffermato molto; assicurando, però, che non ci saranno altri episodi di questo genere, perché FB ha attivato misure per impedire agli sviluppatori di avere accesso a un livello così profondo di dati personali. Contro le fake news – ha proseguito il giovane americano – Facebook, che non ha il compito né il diritto di stabilire quando una cosa è vera o falsa, vuole lavorare con esperti di fact-checking indipendenti in ciascuna nazione.
Non hanno trovato risposta, invece, le domande sulla separazione dei dati tra WhatsApp e Facebook, e sulla possibilità, da parte degli utenti, di non essere bersagliati dalle pubblicità personalizzate. Zuckerberg si è detto disponibile a fornire risposta scritta ad alcuni quesiti come questi, rimasti in sospeso, che gli verranno inoltrati in seguito. “Nel 2016”, ha detto invece l’AD di FB sulla spinosa questione del “Russiagate”,”siamo stati troppo lenti nell’individuare le influenze russe nelle elezioni USA, non eravamo abbastanza preparati. Da allora abbiamo investito in maniera significativa”; mentre “Prima delle elezioni in Germania Facebook ha collaborato con le autorità tedesche, e prima di quelle francesi sono stati sospesi 30mila account falsi” . A proposito di questo, ha aggiunto Zuckerberg, “Sviluppiamo sistemi per identificare fake account quando vengono creati. Ne abbiamo sospesi 580 milioni in tutto il mondo”.
Il creatore di FB s’è impegnato, infine, a rispettare in pieno il nuovo Regolamento europeo sulla Protezione dei Dati Personali: e ha promesso che sarà raddoppiato il numero di persone impiegate nella sicurezza della piattaforma, sino a raggiungere le 20mila unità alla fine del 2018. Le risposte di Zuckerberg, tuttavia, non sono state giudicate sufficienti dagli eurodeputati; mentre la decisione di tenere l’incontro a porte chiuse ha sollevato proteste da parte di Verdi e Alleanza Progressista, la coalizione di sinistra democratica che da anni controlla la maggioranza dei seggi di Strasburgo. Questione sollevata anche da Vera Jourova, commissaria europea alla Giustizia e tutela dei consumatori: che in un intervento su Twitter, ha sottolineato che “ci sono più utenti di FB in Europa che negli USA, e gli europei vogliono sapere come vengono gestiti i loro dati personali”.