K metro 0 – Lussemburgo – “Restiamo uniti. Questo è il momento per dimostrare il nostro impegno verso i valori europei”. È il titolo della dichiarazione firmata dal cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo del Lussemburgo, e dal reverendo Christian Krieger, rispettivamente presidenti della Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea e della Conferenza delle Chiese europee.
K metro 0 – Lussemburgo – “Restiamo uniti. Questo è il momento per dimostrare il nostro impegno verso i valori europei”. È il titolo della dichiarazione firmata dal cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo del Lussemburgo, e dal reverendo Christian Krieger, rispettivamente presidenti della Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea e della Conferenza delle Chiese europee.
Se la pandemia in corso ci sta mettendo tutti alla prova, si legge nella nota, questi tempi “ci consentono anche di riscoprire la nostra umanità comune come fratelli e sorelle. Pensiamo alle tante persone che stanno seminando speranza ogni giorno, esercitando carità e solidarietà”. A queste persone le Chiese europee esprimono gratitudine e assicurano preghiere, così come a ” tutte le persone che stanno soffrendo durante questa crisi, in particolare per i malati, gli anziani, i poveri, gli esclusi e i bambini che sperimentano l’instabilità familiare”. I vescovi europei si rivolgono anche ai leader politici con questo appello: “Agite in maniera empatica e democratica”.
Scrivono di apprezzare “le tante iniziative individuali e collettive che stanno reinventando nuove forme di solidarietà” e le tante “azioni politiche di supporto reciproco”. Quindi incoraggiano i leader dell’Ue e degli Stati membri “a continuare ad agire in maniera determinata, trasparente, empatica e democratica”. Questo è il momento di “dimostrare il nostro impegno congiunto al progetto europeo e ai valori comuni europei di solidarietà e unità, non di capitolare alla paura e al nazionalismo”. Nella nota si suggeriscono, quindi, azioni concrete come la “condivisione dei carichi nella cura agli anziani, in una facilitazione dello scambio di materiali medici, in misure creative volte ad alleviare gli shock sociali, economici e finanziari, così come in una cooperazione internazionale e un’assistenza umanitaria rafforzata per sostenere i sistemi sanitari più deboli nelle regioni bisognose nel mondo”.