K metro 0 – Budapest – Il Parlamento ungherese ha votato i pieni poteri per il premier Viktor Orban per combattere il coronavirus. Orban, senza limiti di tempo, può governare con decreti, chiudere il Parlamento, cambiare o sospendere leggi esistenti e ha la facoltà di bloccare le elezioni. Il via libera del parlamento è arrivato
K metro 0 – Budapest – Il Parlamento ungherese ha votato i pieni poteri per il premier Viktor Orban per combattere il coronavirus. Orban, senza limiti di tempo, può governare con decreti, chiudere il Parlamento, cambiare o sospendere leggi esistenti e ha la facoltà di bloccare le elezioni.
Il via libera del parlamento è arrivato con 138 voti a favore e 53 contrari, suscitando l’indignazione dell’opposizione che giudica il provvedimento “sproporzionato”. I “poteri illimitati” ottenuti dal premier nazionalista gli daranno la possibilità, secondo gli oppositori di governare senza controlli e al di là delle decisioni richieste dall’emergenza sanitaria, utilizzata come pretesto. Le nuove disposizioni prevedono in particolare che il premier possa prolungare indefinitamente lo stato di emergenza in vigore dall’11 marzo scorso, a sua discrezione e senza chiedere il voto del parlamento; questo rende possibile la sospensione per decreto di alcune leggi e l’introduzione di misure straordinarie in tutti gli ambiti. Le preoccupazioni degli oppositori sono legate ai precedenti tentativi centralizzatori di Orban: da quando è al potere, dal 2010, ha già in diverse occasioni dato prova di voler centralizzare il potere in campo giudiziario o limitando i movimenti della società civile e la libertà di stampa, ed è stato anche richiamato dall’Unione europea: lo scorso settembre, al Parlamento europeo gli europarlamentari hanno chiesto contro Budapest l’attivazione dell’articolo 7 del Trattato sulla Ue, condannando la politica di Viktor Orban e aprendo la via a possibili sanzioni.
L’opposizione ha cercato di far inserire nel testo una limitazione temporale di 90 giorni, garantendo in cambio il suo appoggio, ma Orban ha rifiutato. Alcuni avversari politici, come il deputato indipendente Akos Hadhazy, hanno parlato di “colpo di Stato”, e di “rotta verso la dittatura”, oltre che “trappola per l’opposizione” accusata da Orban di fare il gioco del virus. Il portavoce del governo ha difeso la decisione sottolineando che la legge è “limitata nel tempo dai poteri di revoca del parlamento oltre che dalla pandemia stessa che a un certo punto finirà, si spera”. Il partito nazionalista del premier, Fidesz, ha una maggioranza di due terzi al Parlamento. All’estero, l’alto commissario Onu per i diritti dell’uomo “segue le evoluzioni politiche in Ungheria” e il Consiglio d’Europa ha avvisato che “uno stato d’urgenza indefinito e incontrollato non può garantire il rispetto dei principi fondamentali della democrazia”, mentre anche 9 organizzazioni internazionali per la difesa della libertà di stampa hanno chiesto all’Ue di denunciare una legge che “mina i diritti fondamentali e le libertà dei media”. Il commissario europeo per la Giustizia, il belga Didier Reynders, ha fatto sapere che Bruxelles sta studiando “le misure di emergenza che gli Stati membri hanno adottato in merito ai diritti fondamentali”. “Ho risposto ai frignoni europei di non avere il tempo di discutere questioni giuridiche senz’altro appassionanti ma teoriche” quando ci sono “vite da salvare”, ha dichiarato Orban.
In Ungheria, paese da 9,7 milioni di abitanti, si sono finora registrati 447 casi di contagio da Covid-19 e 15 morti, i dati reali potrebbero essere però più alti, anche 15 volte di più. I servizi sanitari effettuano pochissimi tamponi: dall’inizio dell’epidemia ne sono stati realizzati poco più di 13.000. Negli ospedali mancano tute, guanti e mascherine protettive, e ci sono soltanto 2560 apparecchi di respirazione, in tutto il paese.