K metro 0 – Roma – “E’ una manovra economica poderosa. Stiamo cercando di costruire una diga per proteggere imprese, famiglie, lavoratori”, spiega il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa, la prima in video da Palazzo Chigi nell’era del coronavirus – Covid-19. Una manovra, che usa tutti i 25 miliardi messi da parte come tesoretto,
K metro 0 – Roma – “E’ una manovra economica poderosa. Stiamo cercando di costruire una diga per proteggere imprese, famiglie, lavoratori”, spiega il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa, la prima in video da Palazzo Chigi nell’era del coronavirus – Covid-19.
Una manovra, che usa tutti i 25 miliardi messi da parte come tesoretto, con tanto di scostamento sul deficit, e che dovrebbe attivare flussi di danaro per 350 miliardi. Per la sanità e la Protezione Civile il decreto prevede lo stanziamento di 3,5 miliardi. Per il sostegno all’occupazione, al reddito e ai lavoratori i miliardi sono dieci.
È un decreto di oltre cento pagine quello che vede la luce ad ora di pranzo. Un provvedimento “omnibus”, nel senso che va a toccare quasi tutti i settori colpiti economicamente dall’emergenza. C’è la Cassa integrazione in deroga che andrà a coprire anche le aziende con un solo dipendente e per la quale il dl “#curaitalia” stanzia 3,3 miliardi. Vale 1,3 miliardi, invece, il Fondo di integrazione salariale. C’è il congelamento totale dei licenziamenti, decisione che investe tutte le procedure a partire dal 23 febbraio. Autorizza la costituzione di una new controllata dal Mef per Alitalia e stanzia 600 milioni per il settore del trasporto aereo, fatalmente colpito dalla pandemia. “Possiamo parlare di modello italiano non solo per la strategia di contrasto ma anche economico. L’Unione europea ci segua. I primi segnali sono importanti”, sottolinea Conte. “Nessuno perderà il posto di lavoro a causa del coronavirus”, gli fa eco Il Ministero dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, spiegando che il dl prevede aiuti anche per il trasporto merci e annunciando per aprile un nuovo decreto, che magari tenga conto anche della riprogrammazione dei fondi Ue. “Abbiamo una fortissima iniezione di liquidità del sistema del credito – continua il ministro – che può mobilitare circa 340 miliardi di finanziamento all’economia reale, con la sospensione delle rate di prestiti e mutui tramite fondi e garanzie pubbliche al credito, sia con il potenziamento del fondo di garanzia sia con il meccanismo del Fondo Gasparrini per la sospensione delle rate dei mutui dei lavoratori autonomi o di chi ha perso il lavoro, sia con una garanzia pubblica che può consentire al sistema bancario di sospendere le rate dei prestiti o di estendere i finanziamenti. È un pacchetto molto corposo di sostegno alla liquidità”. Insomma, anche al governo sanno che il decreto non basta, che i danni economici dell’emergenza non sono al momento neppure calcolabili e che, di fatto, servirà di più. Ma per Conte la strada da seguire è quella intrapresa.
“Cura Italia” approvato oggi dal Consiglio dei ministri è sicuramente il più esteso, ambizioso e variegato dei provvedimenti sull’emergenza Covid-19, dopo i due Dpcm dei giorni scorsi. Affronta con decine di misure la quarantena economica che il Paese sta vivendo, ma soprattutto la ripartenza successiva, quando l’emergenza Covid-19 sarà conclusa.