K metro 0 – Roma – “Si potrebbe determinare una perdita di circa 3 miliardi di euro di spesa per attività culturali e ricreative, stimando in modo prudenziale nel prossimo semestre una diminuzione del 20% dei consumi nel settore”. È l’allarme lanciato da Federculture sulla base delle prime rilevazioni effettuate presso le imprese culturali associate
K metro 0 – Roma – “Si potrebbe determinare una perdita di circa 3 miliardi di euro di spesa per attività culturali e ricreative, stimando in modo prudenziale nel prossimo semestre una diminuzione del 20% dei consumi nel settore”.
È l’allarme lanciato da Federculture sulla base delle prime rilevazioni effettuate presso le imprese culturali associate su tutto il territorio nazionale, e in particolare nelle regioni del Nord. Dati che, secondo Federculture, “permettono già oggi di calcolare un primo impatto sul settore della cultura, e prevalentemente museale, della crisi in atto a seguito della diffusione del virus Covid-19. Diminuzioni di incassi a fatturati che vanno dal 20% al 70% a seconda delle realtà interrogate e che, anche se sono più evidenti in Piemonte, Lombardia, Veneto, si estendono in tutta la penisola”. I dati sono stati presentati da Federculture all’incontro convocato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo sugli effetti dell’emergenza del Coronavirus sul settore delle imprese culturali alla presenza della sottosegretaria Anna Laura Orrico alla quale è stata illustrata una prima sintetica analisi della situazione e le proposte dei territori.
Federculture elenca quindi una serie “di possibili misure temporanee a sostegno del settore culturale” suggerite dalla “gravità della situazione”, – ha evidenziato che – “le conseguenze negative sono molteplici anche nelle zone non interessate dai provvedimenti: dal repentino calo delle presenze turistiche e degli ingressi ai musei e ai luoghi della cultura alle disdette delle visite didattiche, dalla cancellazione di eventi privati e ‘commerciali’ alla mancata partecipazione a fiere internazionali per l’imposizione di quarantena dopo l’atterraggio, fino all’impatto sull’occupazione e sull’indotto diffuso sul territorio. Ai danni diretti si aggiungono quelli indiretti, derivanti dalla contrazione della fruizione dei servizi ausiliari integranti l’offerta museale, erogati dai concessionari (bookshop, caffetterie, ristorazione…). Se al momento sono principalmente le regioni del Nord ad essere colpite dal virus e dai provvedimenti conseguenti fatti nel tentativo di contenere l’emergenza, c’è però preoccupazione in tutto il Paese.
L’intero comparto della cultura è in difficoltà”. Alle prime cifre rilevate, infatti, Federculture aggiunge le stime sugli impatti che il perdurare della crisi avrebbe nel medio periodo. “A livello di consumi si potrebbe determinare una perdita di circa 3 miliardi di euro di spesa per attività culturali e ricreative, stimando in modo prudenziale nel prossimo semestre una diminuzione del 20% dei consumi nel settore”.
Pensare anche al dopo emergenza, nel momento in cui la crisi sarà superata, attivare una potente campagna di comunicazione per spingere l’utenza a tornare più di prima nei luoghi di cultura e recuperare, per quanto possibile, le quote di mercato perdute.