K metro 0 – Washington – È la notte di Joe Biden. Il Supertuesday delle primarie democratiche regala all’ex vicepresidente americano un filotto insperato di vittorie che gli permette di stroncare le speranze di fuga del socialista Bernie Sanders. Una notte da ricordare insomma, per chi per otto anni è stato al fianco del presidente
K metro 0 – Washington – È la notte di Joe Biden. Il Supertuesday delle primarie democratiche regala all’ex vicepresidente americano un filotto insperato di vittorie che gli permette di stroncare le speranze di fuga del socialista Bernie Sanders.
Una notte da ricordare insomma, per chi per otto anni è stato al fianco del presidente Obama alla Casa Bianca. E dopo una notte così anche ‘Sleepy Joe’, come lo chiama irriverente Donald Trump, può sorridere ed esultare: “È straordinario. Ci avevano dato per spacciati ma siamo ancora qui, siamo ancora vivi!”. È il verdetto del supermartedì: la corsa verso la nomination democratica è più che mai aperta.
Joe Biden quindi rientra prepotentemente in corsa nelle primarie del Partito democratico statunitense, aggiudicandosi nettamente la vittoria nel cosiddetto Super Tuesday. L’ex vicepresidente ottiene la vittoria in nove Stati, fra cui spicca quella seppur con poco margine in Texas, lasciandone al suo acerrimo rivale, Bernie Sanders solo quattro. Ancora incerto, invece, l’esito del voto nel Maine dove al momento è in corso un testa a testa. L’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, ottiene la vittoria solo nello Stato delle Samoa e sembra ora a un passo dal ritiro. Pare vicina all’epilogo anche la campagna elettorale della senatrice Elizabeth Warren, incapace di sfondare anche nel suo Massachusetts. “La nostra campagna sta decollando. Unitevi a noi per cambiare le cose”, ha detto l’ex vicepresidente, un invito cui avevano già risposto diversi ex candidati alla nomination – dai senatori Amy Klobucher e Beto O’Rourke a quel Pete Buttigieg, sindaco della città di South Bend – che proprio poche ore prima del Super Tuesday hanno annunciato il loro endorsement a Biden.
I media statunitensi parlano apertamente di “tsunami Biden”, in netta contrapposizione con la dialettica del presidente in carica, Donald Trump, che si è sempre rivolto a lui con l’ironico appellativo di “Sleepy Joe”. Proprio Biden, nonostante le pessime performance nei confronti con i rivali democratici e il suo coinvolgimento nello scandalo del Kievgate, riesce a riunire intorno a sé le istanze dell’establishment dei democratici, poco incline evidentemente a sostenere Bernie Sanders. I democratici si sono quindi “riuniti” sotto l’egida di Joe Biden, grazie anche al lavoro sottotraccia dell’ex presidente Barack Obama e di altre figure di spicco dell’élite del partito, dall’ex consigliere alla sicurezza nazionale Susan Rice a Victoria Reggie Kennedy, la vedova dell’ex senatore Ted. Sanders incassa la vittoria nello Stato più ambito, la California, oltre a portare a casa il Colorado, lo Utah e il suo Vermont, ma di certo esce decisamente ridimensionato da questa giornata elettorale: nel Super Tuesday di quattro anni fa, il confronto con Hillary Clinton, da tutti considerata la front runner democratica, è stato molto più equilibrato; inoltre, se si confrontano le percentuali, il candidato “socialista” ha registrato consensi più bassi.
I veri sconfitti della giornata sono ovviamente Michael Bloomberg ed Elizabeth Warren. Il magnate statunitense, al debutto, viene decisamente bocciato all’esame delle urne nonostante i 50 milioni di dollari investiti solo negli spot elettorali. La vittoria nelle Samoa, che porta in dote solo quattro delegati, è sicuramente di poco conto, così come le buone performance in California e nello Utah. Per ora l’ex sindaco di New York non ha annunciato ufficialmente il ritiro, ma allo stesso tempo si è detto “pronto a tutto pur di sconfiggere Trump” e, visto l’andamento del Super Tuesday, non si può escludere che possa accodarsi all’onda lunga lasciata dall’affermazione di Biden. La senatrice Warren, sempre più indietro nella corsa, ora si trova a un bivio: nel Massachusetts, il suo Stato, è terza con circa il 21 per cento, un risultato decisamente negativo. Quattro anni fa Warren assegnò il suo endorsement a Hillary Clinton e nelle prossime ore potrebbe decidere di convergere verso Biden, tenuto conto degli aspri confronti avuti con Sanders durante i dibattiti fra i candidati democratici.