K metro 0 – Mosca – La Russia ha deciso una data per il voto nazionale sulle modifiche alla costituzione annunciate dal presidente Vladimir Putin nelle scorse settimane. Questa iniziativa è vista da molti come un tentativo dello stesso di rimanere al potere ben oltre la scadenza del suo mandato. Quando il presidente russo ha per
K metro 0 – Mosca – La Russia ha deciso una data per il voto nazionale sulle modifiche alla costituzione annunciate dal presidente Vladimir Putin nelle scorse settimane.
Questa iniziativa è vista da molti come un tentativo dello stesso di rimanere al potere ben oltre la scadenza del suo mandato. Quando il presidente russo ha per la prima volta proposto la riforma, è stato sottolineato sin da subito come si trattasse di un’operazione atta a prolungare, in qualche modo, il suo periodo al potere (che dovrebbe terminare nel 2024). Il Cremlino, tuttavia, non ha ancora chiarito come ha intenzione di muoversi o perché lo stia facendo proprio in questo momento. Putin poi è tornato a parlare anche delle proteste delle forze d’opposizione che si sono verificate a Mosca questa estate. Alle manifestazioni hanno partecipato fino a 60mila persone, la più larga dimostrazione di malcontento contro il governo in 7 anni. Secondo il presidente russo, la polizia sarebbe stata provocata dai contestatori, con l’obiettivo di “dimostrare di essere eroi” e di “dimostrare che saranno loro, con la stessa passione, a proteggere gli interessi dei cittadini se dovessero andare al potere”. Nell’intervista rilasciata all’agenzia Tass, Putin ha rimarcato come i manifestanti abbiano bloccato il traffico per costringere le forze dell’ordine a “utilizzare i propri manganelli”. Diverse marce di protesta non autorizzate sono state infatti disperse dalla polizia, con molti partecipanti rimasti feriti. In totale sono state fermate più di 1.000 persone e 19 giovani hanno dovuto rispondere delle accuse.
Per quanto riguarda invece la politica estera, sempre nella giornata di ieri, un ex consigliere del presidente russo, Vladislav Surkov, ha rivelato che l’Ucraina non riuscirà a riottenere il potere sull’est del Paese, controllato dai ribelli filorussi, che le forze ucraine hanno combattuto per quasi sei anni. Il Cremlino avrebbe infatti deciso di cambiare strategia in merito alla questione e da ciò sarebbero scaturite le dimissioni dello stesso Surkov.
David Zalkaliani, Ministro degli Affari esteri georgiano e Presidente di turno del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha dichiarato: “Quest’anno segna il 6° anniversario dell’annessione illegale della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli da parte della Federazione russa, nonché l’inizio del conflitto nell’Ucraina orientale. In qualità di Presidente del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, desidero riaffermare il mio inequivocabile sostegno all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno delle sue frontiere riconosciute a livello internazionale.
Il mio pensiero va alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che sono stati colpiti dal conflitto. Noi tutti auspichiamo che tale conflitto possa giungere a termine; per questo, è importante attuare appieno gli accordi di Minsk e adempiere gli obblighi internazionali presi. Sono già stati compiuti progressi incoraggianti, come la nuova dinamica all’interno del formato Normandia e lo scambio di detenuti lo scorso anno. Il Consiglio d’Europa ribadisce tuttavia la sua preoccupazione per i rapporti sul deterioramento della situazione dei diritti umani in Crimea, in particolare per quanto riguarda le minoranze.” Ha concluso.