K metro 0 – Mosca -A Wuhan, focolaio dell’epidemia di coronavirus in Cina, i pazienti dimessi sono costretti da sabato a un periodo di quarantena maggiore di 14 giorni in aree designate dopo la nuova positività riscontrata in alcuni test, malgrado la guarigione accertata. Lo sviluppo rimescola ancora la comprensione del Covid-19 e le contromisure
K metro 0 – Mosca -A Wuhan, focolaio dell’epidemia di coronavirus in Cina, i pazienti dimessi sono costretti da sabato a un periodo di quarantena maggiore di 14 giorni in aree designate dopo la nuova positività riscontrata in alcuni test, malgrado la guarigione accertata.
Lo sviluppo rimescola ancora la comprensione del Covid-19 e le contromisure più efficaci contro un’epidemia che “è la più grande emergenza sanitaria” della Cina dal 1949, anno della fondazione della repubblica popolare: il presidente Xi Jinping, in videoconferenza con 170mila funzionari di livello centrale, locale e militare, ha ammesso le “evidenti mancanze emerse” nei meccanismi di risposta alla crisi, in un rarissimo momento pubblico di autocritica della leadership comunista. Xi Jinping ha sottolineato che, il coronavirus avrà un grosso impatto sull’economia e la società. Questo però sarà solo nel breve termine e potrà essere controllato.
Nel frattempo, gli autisti degli autobus di Mosca, invece, stanno utilizzando un’altra applicazione per capire come agire nell’eventualità di incontro con passeggeri dalla Cina e quindi possibili veicoli di contagio del coronavirus. Su Whatsapp, infatti, sono nate chat di gruppo per capire come comportarsi in queste circostanze. “Sono saliti alcuni asiatici. Probabilmente cinesi. Dovrei chiamare la polizia?”, “Come capisco se sono cinesi? Devo chiedere?” sono solo alcune delle domande poste. Queste sarebbero state potute osservare da AP attraverso degli screenshot delle chat.
L’operatore del trasporto pubblico della capitale russa avrebbe invitato gli autisti sin da mercoledì a chiamare il centralino se dei cinesi fossero saliti sui loro autobus.
L’Italia è il primo in Europa e terza al mondo per numero di contagi che arrivato a 210 casi, ma il premier Conte difende le decisioni assunte. “Comprendo – spiega – la preoccupazione dei cittadini, ma non dobbiamo spaventarci. Stiamo adottando le misure più rigorose. Abbiamo scoperto tanti casi anche perché facciamo controlli minuziosissimi. Siamo stati gli unici a disporre la chiusura dei voli con la Cina. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo”.
Il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, offre una spiegazione per il rapido aumento dei casi. “Ci sono state situazioni – osserva – in cui i sanitari non sono stati in grado di riconoscere immediatamente i sintomi del virus”, ma non si tratta di una “colpa” dei medici quanto di una “difficoltà” ad individuare i sintomi. Nel caso dovessero emergere ulteriori necessità di quarantena, aggiunge Borrelli, sono disponibili circa 5mila posti in caserme “e siamo pronti ad utilizzare anche gli alberghi”.
Il Governo italiano ha stanziato altri 20 milioni per fronteggiare l’emergenza. Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha firmato il decreto con le misure speciali approvato la scorsa notte dal Consiglio dei ministri (Cdm).