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Russia. Georgia accusa Mosca per cyberattacchi di ottobre

Russia. Georgia accusa Mosca per cyberattacchi di ottobre

K metro 0 – Mosca – Il presidente russo, Vladimir Putin, ieri ha ringraziato l’FBI per aver permesso di evitare un attacco terroristico a San Pietroburgo durante le festività di capodanno. A un meeting con alcuni funzionari dell’FSB – il Federal Security Service – ovvero l’agenzia che ha rimpiazzato il KGB, Putin ha ringraziato “i

K metro 0 – Mosca – Il presidente russo, Vladimir Putin, ieri ha ringraziato l’FBI per aver permesso di evitare un attacco terroristico a San Pietroburgo durante le festività di capodanno.

A un meeting con alcuni funzionari dell’FSB – il Federal Security Service – ovvero l’agenzia che ha rimpiazzato il KGB, Putin ha ringraziato “i partner per il loro supporto e per la solidarietà professionale nel contrastare la minaccia comune”. Ha poi aggiunto che “avrà modo di ricambiare il favore”. L’FSB ha annunciato a dicembre la detenzione di due russi che hanno confessato di aver progettato gli attacchi. Putin ha poi chiamato il presidente Usa, Donald Trump, per ringraziarlo della soffiata. Inoltre, è tornato a parlare della destituzione del primo ministro e del rimpasto dell’esecutivo. Una mossa che ha colto molti di sorpresa a gennaio ma che in realtà non era inaspettata. Putin è comunque rimasto vago sulle ragioni che hanno portato alla decisione. In un’intervista all’agenzia TASS ha spiegato come non ci fosse nulla di “inusuale o inaspettato” sullo scioglimento del governo. “Se avessi dichiarato di voler cambiare il governo da un giorno a un altro, tutto la macchina si sarebbe fermata dopo due giorni”, ha dichiarato. La rivoluzione è arrivata a ore dall’annuncio di una controversa riforma costituzionale avvenuto durante il suo discorso annuale alla nazione del 15 gennaio. Entrambe le mosse sono state viste come una strategia per rimanere al potere ben oltre la fine del suo mandato, fissata al 2024. Tra gli altri, Putin ha chiesto le dimissioni di Dmitry Medvedev, suo alleato di lunga data, che ha ricoperto il ruolo di premier sin dal 2012. Medvedev, che è succeduto a Putin nel ruolo di presidente del 2008, ha deciso di non ricandidarsi nel 2011 per lasciar spazio allo stesso. Fu proprio questo a scatenare le proteste di massa del 2011-2012. Secondo quanto rivelato nell’intervista di giovedì, l’operazione di rimpasto del governo era stata già discussa con Medvedev, visto il rapporto “amichevole” e “aperto” che esiste tra i due. “Non abbiamo segreti tra di noi. Per questo ne abbiamo parlato”, ha rimarcato Putin. Alla domanda sul perché abbia deciso di sciogliere l’esecutivo incaricato nel 2018, Putin ha risposto che il governo “nonostante abbia fatto molto” c’era bisogno di “individui con un formazione moderna e con la voglia di fare progressi nelle questioni chiave”.

Sempre nella giornata di ieri, le autorità georgiane hanno accusato l’intelligence russa per un cyberattacco su larga scala che ha preso di mira il governo e le organizzazioni private ad ottobre scorso. L’obiettivo sarebbe stato quello di destabilizzare l’ex nazione sovietica. Sia gli Stati Uniti che la Gran Bretagna hanno sostenuto la causa della Georgia, condannando le azioni della Russia. Il ministero degli Esteri georgiano ha spiegato in una nota che gli attacchi del 28 ottobre “hanno preso di mira la sicurezza nazionale e dei cittadini georgiani, nonché le strutture governative” e poi “paralizzato la funzionalità delle varie organizzazioni, causando forti preoccupazioni nell’opinione pubblica”. L’operazione sarebbe stata progettata per contrastare i tentativi della Georgia di unirsi all’Unione europea e alla NATO e ciò “andrebbe contro le norme e i principi internazionali”, come ribadito dal ministero.

Gli Usa, intanto, cercano di tenere il passo della Russia e della Cina per quanto riguarda le armi nucleari. Per questo Mark Esper, segretario della Difesa statunitense, ha visitato per la prima volta una base missilistica del North Dakota. Lo scopo è quello promuovere il piano del valore di svariati milioni di dollari per una modernizzazione dell’arsenale nucleare.

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