K metro 0 – Londra – Reuters, in esclusiva, ha rivelato che Google ha intenzione di sottrarre i propri account britannici dal controllo dei regolatori della privacy dell’Unione europea. L’intenzione è quella di porli sotto la giurisdizione degli Stati Uniti. La mossa, favorita dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, lascerà informazioni personali di decine di migliaia
K metro 0 – Londra – Reuters, in esclusiva, ha rivelato che Google ha intenzione di sottrarre i propri account britannici dal controllo dei regolatori della privacy dell’Unione europea. L’intenzione è quella di porli sotto la giurisdizione degli Stati Uniti.
La mossa, favorita dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, lascerà informazioni personali di decine di migliaia di persone meno protette e a portata delle forze dell’ordine britanniche. L’operazione è stata rivelata a Reuters da tre persone coinvolte nel progetto. Google informerà gli utenti dei nuovi termini di servizio, tra cui la nuova giurisdizione. L’Irlanda, dove Google e altri colossi della tecnologia possiedono i propri quartieri generali europei, rimarrà all’interno dell’Ue, che possiede le regole più severe in termini di protezione dei dati, normate dal General Data Protection Regulation. Google ha deciso di spostare i propri utenti dalla giurisdizione irlandese perché non è chiaro se la Gran Bretagna seguirà il GDPR o adotterà altre regole che andranno a influenzare la gestione dei dati personali. Se gli utenti britannici di Google avessero i propri dati in Irlanda, sarebbe molto più difficile recuperarli per le autorità in caso, ad esempio, di indagini in corso.
L’incertezza sugli effetti della Brexit, inoltre, sta spingendo un numero sempre maggiore di aziende straniere a spostare i propri uffici nei Paesi Bassi, come rivelato dallo stesso governo olandese ieri. Dal referendum del 2016 sull’uscita del Regno Unito dal blocco, 140 imprese si sono stabilite lì, 78 solo nell’ultimo anno, secondo il Netherlands Foreign Investment Agency. L’agenzia, in un comunicato, ha sottolineato come l’incertezza degli investitori sia in incremento. Il nodo sono i tanti punti interrogativi sulle relazioni commerciali future tra le parti. Londra e Bruxelles avranno tempo fino a fine anno per concordare un’intesa. Ma non è l’unico dato preoccupante.
Le nuove regole sull’immigrazione, che dovrebbero essere introdotte entro 12 mesi, potrebbero mandare in crisi il mondo del lavoro. Gli ortaggi potrebbero marcire nei campi, il cibo non verrà lavorato, gli anziani e i disabili potrebbero essere lasciati senza cure. Le fattorie, le fabbriche e le case di riposo mercoledì, come rivelato da AP, hanno evidenziato come il nuovo piano del governo potrebbe produrre gravi carenze di personale. L’esecutivo ha intenzione di escludere gli immigranti “meno qualificati” in favore dei qualificati e con un livello d’educazione medio-alta. Il messaggio è stato chiaro: “I datori di lavoro si dovranno adeguare alle nuove normative”. Il governo guidato da Boris Johnson in una nota ha descritto il proprio obiettivo, ovvero: “Ricalibrare il focus dell’economia dalla dipendenza dal lavoro a buon mercato dall’Europa verso investimenti nella tecnologia e nell’automazione”. La maggior parte delle persone che vorranno trasferirsi in Gran Bretagna a lungo termine, a partire dal prossimo anno, dovranno parlare inglese al “livello richiesto” – non ancora specificato – e dovranno avere un’offerta di lavoro del valore di 25.600 sterline l’anno (33.000 dollari). Gli immigrati che guadagnano meno potrebbero comunque essere accolti se dovessero avere qualità specifiche o se dovessero lavorare in aree in cui siano state registrate carenze.
Nel frattempo, i 27 leader dell’Unione europea si riuniranno oggi a Bruxelles per studiare con cura il bilancio per il 2021-2027, che dovrebbe ammontare a circa mille miliardi di euro. Sarà interessante vedere se tutti aderiranno alla proposta, visto che concerne le politiche europee. Con la Gran Bretagna fuori dai giochi, i leader vogliono dar prova della forza dell’Ue. Le sfide principali da affrontare saranno i cambiamenti climatici, l’economia digitale e le nuove vie dell’imprenditoria.