K metro 0 – Kyiv- Nel corso della recente (14/16 febbraio) Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, 46 firmatari appartenenti all’EASLG (Euro-Atlantic Security Leadership Group), hanno presentato una proposta, divisa in 12 punti, per una soluzione pacifica al conflitto ancora in corso nelle zone del Donbass, in Ucraina orientale. Il documento, poi rimosso dal
K metro 0 – Kyiv- Nel corso della recente (14/16 febbraio) Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, 46 firmatari appartenenti all’EASLG (Euro-Atlantic Security Leadership Group), hanno presentato una proposta, divisa in 12 punti, per una soluzione pacifica al conflitto ancora in corso nelle zone del Donbass, in Ucraina orientale.
Il documento, poi rimosso dal sito web ufficiale della conferenza, è stato subito respinto dal Governo ucraino: “I termini di questo documento non corrispondono alla posizione ufficiale dello stato ucraino” ha infatti dichiarato Kateryna Zelenko, portavoce del Ministero degli affari esteri ucraino “E la direzione della Conferenza di sicurezza di Monaco, non riconosce questa affermazione come il documento ufficiale della Conferenza”.
Una posizione critica condivisa anche da altri diplomatici, tra cui gli ex ambasciatori statunitensi William B. Taylor, Marie Yovanovitch, Steven Pifer, John Herbst, Michael McFaul, Alexander Vershbow e Michael Carpenter.
Queste critiche sottolineano come, sebbene alcune delle 12 proposte all’EASLG siano costruttive e comprensibili, molte altre siano invece problematiche, descrivendo il conflitto nel Donbass come “…un problema da risolvere in termini favorevoli al Cremlino”.
Ma vediamo le richieste dei 46 firmatari, dei quali solo tre sono ucraini, gli ex diplomatici Oleksandr Chalyi e Vasyl Filipchuk e l’esperto di politica estera Oleksiy Semeniy:
- Ripristinare il Centro comune per il controllo e il coordinamento (JCCC, Joint Center on Control and Coordination, chiuso nel dicembre del 2017, ndr). Una sorta di raggruppamento militare in prima linea, che include ufficiali delle Forze armate ucraine e russe
- Stabilire un migliore dialogo tra forze militari, gestito dal Quartetto Normandia (Ucraina, Germania, Francia e Russia)
- Migliorare le libertà di movimento (nelle zone di guerra) ed eliminarne le restrizioni
- Affrontare il problema delle persone scomparse nelle zone di conflitto
- Pianificare e attuare iniziative umanitarie per lo sminamento (nonostante siano stati mappati 15kmq di terreni minati, non si conosce ancora la quantità di ordigni ancora inesplosi, ndr)
- Ricostruzione delle strutture nel Donbass
- Migliorare il sistema di importazioni, esportazioni e libero scambio con l’Unione Europea
- Modifica delle sanzioni, in base agli accordi di Minsk
- Affrontare i rischi dei materiali radioattivi nelle zone del Donbass (nel Donetsk ci sono alcuni impianti non a norma)
- Miglioramento del dialogo tra i vari Stati, inclusi quelli del Patto Atlantico, sul raggiungimento di una sicurezza reciproca. Le basi di questo dialogo, a detta dei 46 firmatari, potrebbero essere fornite dallo stesso EASLG
- Supportare e definire varie aree di impegno in vari campi, ad esempio scienze e ricerca, tra Unione Europea e Russia
- Avviare una sorta di dialogo tra nazioni, basato sulla cultura e l’identità
In particolare, i diplomatici criticano il passaggio numero 8, per aver seguito “L’idea favorevole al Cremlino di sanzioni parziali che facilitano l’attuazione parziale dell’Accordo di Minsk”, e il 12, che viene visto come una potenziale “…intromissione negli affari interni dell’Ucraina”.
Mentre Volodymyr Oleksandrovych Zelens’kyj, l’attuale presidente ucraino, non ha rilasciato dichiarazioni a Monaco sul controverso documento, il suo predecessore Petro Oleksiyovych Poroshenko lo ha decisamente criticato, definendolo come “…il piano del Cremlino di una pace in termini russi”.
“Per l’Ucraina, un tale piano è una capitolazione, qualcosa che non può essere attraversato. Ci sono linee rosse. Questo è un piano per far uscire la Russia da sanzioni” ha infatti affermato Poroshenko ai media ucraini “Questo è un piano per consegnare alla Russia la chiave per l’Ucraina e la NATO. In base a questo piano, siamo noi che dovremmo chiedere il permesso. Inoltre, sono andati oltre e hanno affermato che la questione dell’identificazione personale degli ucraini dovrebbe essere decisa dalla Russia”.