K metro 0 – Francoforte – La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha nuovamente chiesto ai governi di supportare maggiormente l’economia dell’Eurozona. Il sostegno dovrà avvenire attraverso una spesa mirata e riforme che incentivino gli investimenti. Il nostro stimolo monetario ha sostenuto la crescita ma non può e non deve essere l’unica azione sul
K metro 0 – Francoforte – La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha nuovamente chiesto ai governi di supportare maggiormente l’economia dell’Eurozona. Il sostegno dovrà avvenire attraverso una spesa mirata e riforme che incentivino gli investimenti. Il nostro stimolo monetario ha sostenuto la crescita ma non può e non deve essere l’unica azione sul campo. Più a lungo restano le nostre misure, più sale il rischio che gli effetti collaterali diventino più pronunciati”.
Lagarde nella giornata di ieri ha parlato al Parlamento europeo, spiegando come anche “altre politiche” debbano entrare in gioco. “La politica monetaria, non può essere l’unica ad aiutare l’economia”, ha dichiarato. Il dibattito è stato incentrato sopratutto sui tassi d’interesse ai minimi storici e sull’acquisto di titoli di stato. Queste mosse sono state criticate principalmente dalla Germania per il loro impatto sui risparmiatori e sull’evenutalità di un’inflazione dei prezzi degli asset. Lagarde ha quindi menzionato “politiche strutturali e di bilancio che possono rafforzare la produttività”, e che in ambiente di bassi tassi “possono essere molto efficaci”.
“Siamo pienamente consapevoli che l’ambiente di tassi bassi influisce sui redditi da risparmio, sulla valutazione degli asset, sull’assunzione di rischi e sui prezzi delle abitazioni. E stiamo monitorando attentamente i possibili effetti collaterali negativi per garantire che non superino l’impatto positivo delle nostre misure sulle condizioni del credito, sulla creazione di posti di lavoro e sui salari”, ha detto Lagarde.
La risposta di Lagarde è stata che i governi devono concentrarsi meno su bilanci o sulle eccedenze e focalizzarsi invece su una spesa che possa favorire la crescita.
In Gran Bretagna, intanto, l’incertezza sulla Brexit ha pesato gravemente sull’economia britannica nell’ultimo trimestre del 2019. I dati pubblicati martedì dall’Office for National Statistics hanno evidenziato una stagnazione. Nella prima valutazione del trimestre nella sua interezza, gli incrementi nel settore dei servizi e in quello edile sono stati oscurati dalle prestazioni negative di quello manifatturiero, in particolare dell’industria automobilistica. Come conseguenza, l’economia ha ristagnato dopo una crescita dello 0.5% nel trimestre precedente (rettificata in eccesso). In generale, l’economia britannica è cresciuta dell’1,4% nel 2019, di uno 0,1% al di sopra della percentuale dell’anno precedente. La performance è risultata leggermente migliore rispetto a quanto previsto, anche perché le previsioni dei due trimestri precedenti erano state modificate verso l’alto. L’agenzia statistica ha sottolineato, inoltre, come la crescita sia stata “particolarmente volatile” durante tutto il 2019, riflettendo i diversi cambi sulla data della Brexit.