K metro 0 – Washington – Per l’Unione europea i prossimi mesi si prospettano caldi per quanto riguarda le negoziazioni commerciali con gli Stati Uniti e il Regno Unito. Pressioni aggiuntive arrivano dall’incertezza legata alla diffusione del nuovo coronavirus. Il presidente Usa, Donald Trump, lunedì ha evidenziato come i tempi siano maturi per sedersi al
K metro 0 – Washington – Per l’Unione europea i prossimi mesi si prospettano caldi per quanto riguarda le negoziazioni commerciali con gli Stati Uniti e il Regno Unito. Pressioni aggiuntive arrivano dall’incertezza legata alla diffusione del nuovo coronavirus.
Il presidente Usa, Donald Trump, lunedì ha evidenziato come i tempi siano maturi per sedersi al tavolo con l’Ue. Il tycoon ha ricordato gli ostacoli “incredibili” posti sui beni americani e di un “trattamento” non proprio positivo. Queste le sue parole rilasciate durante un evento con i governatori statunitensi alla Casa Bianca. Dopo aver raggiunto una serie di accordi con Canada, Messico, Giappone e la prima fase di un’intesa con la Cina, il presidente ora pensa che “la prossima debba essere l’Europa”. Washington è pronta a un dialogo serio con Bruxelles, anche se nei mesi scorsi le due economie si sono ritrovate nel bel mezzo di una tregua ricca di tensione. Trump ha imposto dazi su beni europei come il vino francese a seguito di una disputa riguardante Airbus, e poi ne ha imposti degli altri come ritorsione per la tassazione dei colossi della tecnologia come Google e Amazon. Tuttavia, finora si è trattenuto dal procedere con ulteriori azioni punitive nei confronti dell’industria automobilistica dell’Ue, con l’obiettivo di arrivare a cambiare le politiche commericali. Il tycoon ha raggiunto un cessate il fuoco con l’Unione a metà del 2018, quando le parti hanno deciso di perseguire le negoziazioni ma i confronti fino ad oggi non hanno portato a nulla di concreto. Gli Usa, in realtà, si sono principalmente concentrati sulla Cina e sulla rinegoziazione dell’accordo di libero mercato con Canada e Messico . Tuttavia lo stesso presidente lunedì ha rinnovato le proprie critiche alle politiche dell’Unione: “Hanno posto degli ostacoli assurdi ma sono pronti a stringere un accordo”, le sue parole riportate da France24.
Per quanto riguarda le trattative con il Regno Unito, l’Europa ha trovato un nuovo sostenitore nel governo scozzese. Lunedì la prima ministra, Nicola Sturgeon, ha messo in guardia la Gran Bretagna sul fatto di abbandonare gli standard e le normative dell’Unione europea al termine del periodo di transizione. Sempre Sturgeon ha ribadito il proprio desiderio di indire un referendum sull’indipendenza del proprio Paese e sulla possibilità di unirsi all’Ue come stato membro. Durante la sua visita a Bruxelles, nella quale ha anche incontrato il negoziatore capo del blocco, il premier scozzese ha evidenziato come la decisione di non seguire le regole dell’Ue limiterebbe l’accesso al mercato unico formato dalle 27 nazioni restanti. “Come l’Unione ha più volte fatto capire, più ci allontaniamo dai suoi standard e meno accesso avremo al mercato unico”, ha dichiarato e poi ha aggiunto: “Il diritto di allontanarsi dagli stessi ha un prezzo, un caro prezzo. A mio avviso un prezzo troppo alto”.
La Gran Bretagna, che ha abbandonato l’Unione europea il 31 gennaio scorso seguirà ancora le normative europee almeno fino a fine anno. Durante il periodo di transizione, il governo britannico e i leader Ue cercheranno di negoziare un accordo di libero mercato e diversi patti riguardanti altre questioni. Londra vorrebbe che l’intesa andasse a coprire beni e servizi, escludendo qualsiasi dazio. Ciononostante, il primo ministro Boris Johnson ha rimarcato più volte che non seguirà in toto le regole dell’Ue. Johnson, infatti vorrebbe un certo grado di flessibilità su alcuni standard come la competizione, gli aiuti governativi e l’ambiente, così da poter stringere patti anche con altri Paesi.