K metro 0 – Belgrado, Serbia – La proposta di un nuovo sistema per allargare il numero dei membri dell’Unione europea andrà a corroborare l’influenza del blocco nei Balcani occidentali. Questo quanto riferito giovedì dal commissario per l’allargamento, Oliver Varhelyi. Il timore è che se l’Ue non farà di più per attrarre Paesi balcanici, allora
K metro 0 – Belgrado, Serbia – La proposta di un nuovo sistema per allargare il numero dei membri dell’Unione europea andrà a corroborare l’influenza del blocco nei Balcani occidentali. Questo quanto riferito giovedì dal commissario per l’allargamento, Oliver Varhelyi.
Il timore è che se l’Ue non farà di più per attrarre Paesi balcanici, allora questi potrebbero volgersi alla Russia e alla Cina. Il blocco è poi già abbastanza sotto pressione dopo aver perso influenza diplomatica e geopolitica sulla Gran Bretagna, che ha portato a termine la Brexit la scorsa settimana. Varhelyi ha iniziato il suo tour in Serbia, con l’intenzione di “rafforzare” la causa europea. “Con la nuova commissione, la politica di allargamento e il coinvolgimento dei Balcani centrali è una delle principali priorità”, ha dichiarato. La sua visita è avvenuta all’indomani della proposta della Commissione europea di regole più snelle per evitare ulteriori ritardi nell’invio delle domande di ammissione da parte di nuovi aspiranti membri. L’Unione sta cercando di affrettare i tempi per apportare le modifiche necessarie, una mossa che dovrebbe facilitare le trattative con i Paesi balcanici. La Macedonia del Nord e l’Albania sono rimaste molto deluse dal comportamento del blocco, che ha rimandato nuovamente l’inizio delle negoziazioni. La Francia si è opposta in prima linea, invocando una riforma del processo di ammissione. Serbia e Montenegro sono in pole per aggiudicarsi le prime due membership.
L’Unione europea, inoltre, sempre per quanto riguarda la regione dei Balcani, si sta occupando della questione economica della Grecia. Come riferito dal nuovo commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, i finanziatori del piano di salvataggio per il Paese sarebbero pronti ad ascoltare la richiesta di Atene sull’allentamento dei rigidi obiettivi di bilancio. Se dovessero acconsentire a un’operazione del genere, la ripresa della nazione potrebbe avvenire in tempi molto più brevi. Mentre era in visita ad Atene, giovedì, Gentiloni ha dichiarato che il dialogo si sarebbe aperto a breve, il prossimo mese. L’obiettivo è proprio quello di alleggerire i target economici imposti alla Grecia per continuare le riforme sui tagli alla spesa e per restituire i fondi elargiti tra il 2010 e il 2018 da altri membri dell’euro-zona e dal Fondo Monetario Internazionale. Gentiloni, che ha assunto il proprio incarico lo scorso 1 dicembre, ha spiegato che la Commissione è in attesa dei risultati di un’indagine sulle finanze pubbliche del Paese, iniziata il mese scorso insieme alla Banca centrale europea, a un fondo di salvataggio dell’euro-zona e dall’FMI. “Credo ci siano tutte le condizioni per ottenere un buon resoconto. E un buon resoconto spianerebbe la strada ad alcune decisioni, riaprendo il dialogo sulla modifica degli obiettivi sul surplus di bilancio”, ha dichiarato l’ex primo ministro italiano agli organi di stampa. Atene si è impegnata nei confronti dei finanziatori a mantenere un alto avanzo primario di bilancio, ovvero il 3,5% del PIL fino al 2022. Tuttavia il governo di centrodestra ha intenzione di abbassare quel target già a partire dal prossimo anno.
La Grecia, intanto, ha registrato una scossa di terremoto di magnitudo 4.7 nel cuore del Paese giovedì. Non sono stati riportati danni o feriti. L’Istituto di geodinamica ha riferito che la scossa è stata avvertita alle 11:24 ora locale a 240 km dalla capitale di Atene e a 40 km dalla città di Arta. Inizialmente la magnitudo era stata definita di 5.2 dall’U.S. Geological Survey mentre lo European Mediterranean Seismological Center aveva riportato un 5.1. Non è insolito che i dati di diversi centri varino in caso di terremoto, in particolare a poche ore, o giorni, dalla scossa.