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Coronavirus. Cina ammette “lacune” nella risposta all’epidemia

Coronavirus. Cina ammette “lacune” nella risposta all’epidemia

K metro 0 – Pechino – Il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha ammesso alcune “lacune” nella risposta del Paese all’epidemia di coronavirus. Come riporta la BBC, infatti, è stato ribadito come il sistema di gestione delle emergenze nazionali vada migliorato. Tra le ordinanze più importanti quella della chiusura del mercato di animali, dove

K metro 0 – Pechino – Il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha ammesso alcune “lacune” nella risposta del Paese all’epidemia di coronavirus. Come riporta la BBC, infatti, è stato ribadito come il sistema di gestione delle emergenze nazionali vada migliorato.

Tra le ordinanze più importanti quella della chiusura del mercato di animali, dove il virus sarebbe emerso. In Cina sono stati confermati 17mila casi di contrazione del virus, con 361 morti e 150 negli altri Paesi, con una sola morte nelle Filippine. Il numero delle vittime ha già superato le 349 causate dalla SARS nel 2002-2003. In relazione a ciò, il Comitato ha spiegato che la nazione avrebbe dovuto imparare da quello che è stato un grosso “test”. “In risposta alle lacune e alle mancanze evidenziatesi in riposta all’epidemia, andrà migliorato il sistema di gestione delle emergenze nazionali”, si legge nel resoconto. I funzionari dovranno assumersi le proprie responsabilità nella prevenzione dell’epidemia e coloro i quali avranno fallito dovranno essere puniti. E’ stato scoperto che due di questi, della città di Huajiahe, si sarebbero dimessi dopo che un ragazzo con una paralisi cerebrale è morto, successivamente all’entrata del padre in quarantena.

Anche il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante una sessione pubblica dell’esecutivo tenutasi lunedì, è intervenuto sulla questione. La scorsa settimana ha abbandonato la Cina – era in visita nella capitale – proprio a causa del potenziale rischio di contrarre il virus. La ragione che lo ha spinto a tornare indietro? La preoccupazione della figlia. E proprio questo clima di ansia, paranoia e timore Ghebreyesus vuole spazzar via: “Invece di concentrarsi sulla paura e sul panico, dovremmo solamente pensare a prepararci. 146 casi, secondo qualsiasi standard, sono molto pochi”. Nel frattempo, i governi stanno interrompendo via via gli spostamenti verso la Cina, le compagnie aeree sospendono i voli e i nazionali cinesi temono del sentimento xenofobo e degli atteggiamenti di ostracismo. L’OMS ha invitato i funzionari cinesi a concentrarsi sull’epicentro – la città di Wuhan e la provincia di Hubei – per evitare che il virus si diffonda senza controllo. E oltre a sostenere i sistemi sanitari meno strutturati, tra le altre cose, si sta cercando di combattere la disinformazione. In collaborazione con Google, infatti, l’organizzazione proverà a far arrivare prima le proprie informazioni agli utenti, quando questi cercheranno notizie sul virus. Anche i social come Twitter, Facebook, Tencent e TikTok hanno preso iniziativa per interrompere il flusso di notizie false sull’epidemia.

Da registrare, poi, la pessima risposta del mercato azionario cinese, che nella giornata di ieri è crollato di ben 8 punti percentuale. Alla riapertura della sessione, la performance è stata la peggiore a livello globale. Altri mercati, come quello europeo e Wall Street, hanno invece saputo tener botta all’insicurezza degli investitori. Gli indici di Shanghai sono calati a picco di quasi il 9%, dopo l’estensione delle ferie per il Capodanno Lunare di tre giorni (la durata consueta è di una settimana). E’ stata la peggior giornata azionaria dall’agosto del 2015 per la borsa cinese, nonostante gli sforzi della banca centrale di iniettare nuova liquidità in termini di miliardi di dollari. Preoccupa soprattutto il fatto che  le previsioni su una ripresa della crescita economica, sostenuta dai tagli dei tassi d’interesse della Federal Reserve e di altre banche centrali nel mondo, possano essere smentite.. Il resoconto di lunedì sulla crescita a del manifatturiero americano, ad esempio, non è stato preso in considerazione, visto che l’impatto del virus non era contemplato all’interno.

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