K metro 0 – Atene – La Grecia ha annunciato di avere in cantiere l’emissione di un titolo di Stato con scadenza a 15 anni, cercando di ricevere investimenti dai mercati internazionali. La posizione redditizia del Paese è infatti stata recentemente aggiornata. L’agenzia di Controllo del debito pubblico, in un comunicato pubblicato lunedì, ha fatto
K metro 0 – Atene – La Grecia ha annunciato di avere in cantiere l’emissione di un titolo di Stato con scadenza a 15 anni, cercando di ricevere investimenti dai mercati internazionali. La posizione redditizia del Paese è infatti stata recentemente aggiornata.
L’agenzia di Controllo del debito pubblico, in un comunicato pubblicato lunedì, ha fatto il nome di 5 banche che saranno coinvolte nell’operazione, che dovrebbe partire oggi. Venerdì, l’agenzia di rating Fitch ha modificato le previsioni redditizie della Grecia, visto che la sostenibilità del debito è migliorata e considerato “un sostegno politico stabile”. Atene ha completato il terzo programma di salvataggio internazionale nel 2018 e sta cercando di tornare a tempo pieno nei mercati. L’obiettivo è quello di sfruttare i tassi d’interesse bassi per cercare di migliorare il profilo del debito a lungo termine. Quest’ultimo dovrebbe andare a diminuire gradualmente a seconda dell’andamento del PIL, dopo il picco del 180% dello stesso nel 2018.
Diversamente dalla Grecia, la classe politica sembra meno stabile in un altro Paese dei Balcani, la Slovenia. Il primo ministro, Marjan Sarec, ha infatti annunciato le proprie dimissioni lunedì obbligando la nazione a tornare alle urne anticipatamente. Sarec si è dimesso per mancanza di sostegno per il suo governo di minoranza, alla guida del piccolo Paese dell’Unione europea che conta 2 milioni di abitanti. I parlamentari comunque proveranno a formare un nuovo governo ma l’ipotesi più concreta sembra proprio quella delle elezioni anticipate. “Non posso soddisfare le aspettative della gente al momento ma posso farlo dopo le elezioni”, le sue parole riportate da STA. Sarec, ex attore e comico, è diventato premier nel 2018, riuscendo a riunire una coalizione liberale ed escludendo da questa il primo partito del Paese, dopo le votazioni tenutesi a giugno.Questa ha retto finora, prima che uno dei partiti di sinistra non decidesse di non sostenere più l’esecutivo.
Altre due nazioni dei Balcani, invece, sembrano sulla buona strada per stringere nuovi rapporti. Il primo ministro uscente del Kosovo, Ramush Haradinaj, ha descritto gli ultimi accordi con la Serbia come ‘segnali positivi’. L’intesa riguarderebbe principalmente il ripristino del traffico ferroviario e aereo tra i due Paesi precedentemente avversari in guerra. Il premier ha spiegato che il patto non danneggerà il Kosovo, anzi porterà nuova linfa al sistema ferroviario, al momento in una situazione “critica”. Al contempo anche l’inviato speciale del presidente Usa Trump, Richard Grenell, cheha permesso la ratificazione dello stesso, ha parlato di passi avanti, con alcuni dettagli ancora da limare. Le relazioni tra Kosovo e Serbia sono rimaste tese nonostante le negoziazioni mediate dall’Unione europea, iniziate nel 2011 e rimaste in stallo da quando Haradinaj ha imposto dazi su alcuni beni serbi nel 2018.
In Macedonia del Nord, intanto, il governo ha annunciato misure d’emergenza per la capitale Skopje e la città occidentale di Tetovo, per proteggere i cittadini dagli alti livelli di smog registrati. La percentuale di particelle tossiche nell’area è aumentata di 11 volte rispetto agli standard di sicurezza per due giorni consecutivi, ponendo un serio rischio alla salute. L’esecutivo ha chiesto alle aziende di permettere alle donne incinte e agli over-60 di rimanere a casa, alle ditte di costruzione di limitare il lavoro all’esterno e in generale di evitare di praticare sport e attività all’aperto. Il governo stesso ha annunciato che ridurrà l’utilizzo dei veicoli ufficiali della metà e che attraverso il ministero della Salute si occuperà di senzatetto e di persone con malattie croniche.