K metro 0 – Amsterdam – Oggi i tantissimi attivisti impegnati nella difesa del clima hanno raggiunto un importante traguardo: hanno vinto una lunga battaglia che costringe il governo olandese a ridurre le emissioni di gas serra. Gli attivisti si sono riuniti fuori dalla Corte suprema dei Paesi Bassi, aspettando il responso della sentenza che
K metro 0 – Amsterdam – Oggi i tantissimi attivisti impegnati nella difesa del clima hanno raggiunto un importante traguardo: hanno vinto una lunga battaglia che costringe il governo olandese a ridurre le emissioni di gas serra.
Gli attivisti si sono riuniti fuori dalla Corte suprema dei Paesi Bassi, aspettando il responso della sentenza che impone al governo di ridurre le emissioni di gas serra del 25% entro il 2020.
Dopo il verdetto della sentenza gli attivisti non hanno potuto non applaudire nell’aula affollata, mentre il giudice Kees Streefkerk dichiarava che la Corte aveva respinto l’appello del governo e che lo stesso governo olandese deve agire in fretta a causa del rischio di pericolosi cambiamenti climatici che potrebbero anche avere un grave impatto sui diritti alla vita e al benessere degli abitanti dei Paesi Bassi. Proprio il mese scorso il rapporto dell’Agenzia per la valutazione ambientale dei Paesi Bassi ha stimato che le emissioni di gas serra nel 2020 sarebbero inferiori del 23% circa rispetto ai livelli del 1990. L’agenzia ha affermato che la riduzione potrebbe avvenire ovunque tra il 19% e il 26%.
Gli scienziati affermano che le emissioni globali di anidride carbonica e di altri inquinanti devono iniziare a diminuire il più presto possibile per raggiungere l’obiettivo di Parigi di mantenere il riscaldamento globale entro la fine del secolo ben 2 gradi Celsius (3,6 Fahrenheit) e idealmente 1,5 gradi Celsius (2.7 F).
All’inizio di quest’anno, il governo olandese aveva annunciato quello che ha definito un accordo sul clima, ovvero una serie di misure volte a ridurre le emissioni del 49% entro il 2030. “Le emissioni nei Paesi Bassi erano inferiori solo del 15% rispetto ai livelli del 1990”, spiegano dal Climate Action Network di Bruxelles, sottolineando che per colmare il divario nella riduzione di emissioni “probabilmente il governo dovrà chiudere le centrali elettriche a carbone aperte nel 2015 e 2016”.
La sentenza di questa mattina è arrivata un giorno dopo che le autorità svizzere avevano annunciato che gli ambientalisti nel Paese alpino avevano raccolto firme sufficienti per spingere verso un referendum che abbia obiettivi specifici per affrontare il tema di cambiamenti climatici nella costituzione.
Inoltre il verdetto pronunciato oggi dalla Corte Suprema dei Paesi Bassi fa ben sperare per il futuro del clima, arrivando proprio dopo le parole espresse dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nella la cerimonia di allocuzione nell’aula di Palazzo Madama lo scorso 18 dicembre a Roma, dove esprimeva il suo profondo disappunto per la mancanza di un accordo significativo in difesa del clima dopo il nulla di fatto di Coop25 a Madrid: “Quello dei cambiamenti climatici non è più un problema a lungo termine perché innesca conflitti, uccide le persone, è una crisi drammatica e questo non è che l’inizio. Sono molto deluso dai risultati della Cop25, ma non mi arrenderò perché la maggior parte dei Paesi sono pronti a fare di più e le industrie si stanno impegnando per ridurre le emissioni”.
di Rosella di Ponzio