K metro 0 – Roma – Anche nella capitale il movimento delle sardine ha portato in piazza migliaia di persone. “Siamo più di 100.000, abbiamo riempito piazza San Giovanni. E da domani ci confronteremo su ciò che sarà” dice al termine della manifestazione, Valerio Renzoni, uno degli organizzatori romani dell’evento. “Domani inizia una nuova fase.
K metro 0 – Roma – Anche nella capitale il movimento delle sardine ha portato in piazza migliaia di persone. “Siamo più di 100.000, abbiamo riempito piazza San Giovanni. E da domani ci confronteremo su ciò che sarà” dice al termine della manifestazione, Valerio Renzoni, uno degli organizzatori romani dell’evento. “Domani inizia una nuova fase. Ci sarà un momento in cui ci siederemo e ci guarderemo negli occhi, per confrontarci su ciò che è stato e su ciò che sarà”. È stata – prosegue Renzoni – una piazza colorata, solidale, aperta. La partecipazione dei giovani è stata straordinaria. Migliaia di studenti, universitari, giovani lavoratori a dimostrazione che tra le nuove generazioni c’è voglia di cambiare le cose, c’è passione per la cosa pubblica e la politica”. Quella di sabato 14 dicembre, dopo Bologna che è stata la prima, è la 113esima piazza che si riunisce in Italia per contestare le politiche della Lega di Matteo Salvini. Tra striscioni e canti i manifestanti di ogni età hanno ripetuto lo slogan “Roma non si Lega”. “Non c’è nessuna organizzazione. La gente è venuta qui di tasca propria. In contemporanea sono scese in piazza altre 25 città, di cui nove italiane”, ha detto Mattia Santori, uno dei leader del movimento delle Sardine.
Santori ha poi elencato “sei proposte”. “Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a fare politica, invece di fare campagna elettorale permanentemente”. Secondo, “pretendiamo che chiunque ricopre la carica di ministro comunichi solamente sui canali istituzionali”. “Terzo punto – ha continuato – pretendiamo trasparenza nell’uso che la politica fa dei social network, sia economica, sia comunicativa”. Quindi, “quarto punto, più difficile: pretendiamo che il mondo dell’informazione protegga, difenda e si avvicini alla verità e traduca tutto questo sforzo in messaggi fedeli ai fatti”.Il quinto punto è che “la violenza venga esclusa da toni e dai contenuti della politica in ogni sua forma, e aggiungerei: è il momento che la violenza verbale venga equiparata a quella fisica”.
Ultimo punto “chiediamo di ripensare il decreto sicurezza. C’è bisogno di leggi che non mettano al centro la paura”. Qui la piazza protesta, molti dicono che “ripensare” è troppo poco. “Solidarietà, accoglienza, rispetto, diritti umani, inclusione, no razzismo, Europa”. È uno dei modi in cui la parola Sardine è stata trasformata in acronimo su cartelli azzurri in piazza. Simbolo della manifestazione una sardina azzurra su cui sono stati riportati più slogan: da “Diamoci tutti all’ittica” ai romaneschi “Er Sardina” e “Spqr, Sardina populus que romanus”. Moltissimi i giovani e giovanissimi in piazza, arrivati in gruppi e con Sardine o pesciolini dipinti sul volto, mentre sul palco si sono alternati più interventi e sono stati intonati sia “Bella ciao”, sia l’inno di Mameli.
L’eurodeputato Pietro Bartolo, dal palco delle sardine in piazza San Giovanni. “Oggi mi sento una sardina come voi, contro chi vuole seminare odio e paura – ha aggiunto fra gli applausi dei manifestanti- noi dobbiamo restare umani, io credo nella buona politica, che è un servizio e non quelle bugie che ci raccontano sui migranti, che sono donne, bambini, che vengono a cercare umanità e noi dobbiamo accoglierli perché non c’è alcuna invasione e insieme si può stare”. “Il mare è crudele ma è più crudele il mare di indifferenza e per questo la politica deve dare risposte – ha continuato – Noi siamo sardine e dobbiamo resistere, non permettere che venga calpestata la Costituzione e la nostra Europa.
La politica risponda al messaggio di queste piazze ha detto Il deputato Andrea De Maria: “Anche a Roma il movimento delle sardine ha portato in piazza migliaia di persone. Ero fra i tanti in Piazza Maggiore a Bologna al primo appuntamento che poi è stato seguito da tante occasioni di mobilitazione in tutta Italia. Ora la politica che crede ai valori costituzionali dell’antifascismo, della democrazia e della giustizia sociale deve saper rispondere al messaggio di queste piazze. Sul piano della capacità di promuovere scelte legislative e di governo che affermino concretamente quei valori e che quindi sappiano contrastare una deriva di destra presente più che mai in Italia ed in Europa.