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Giustizia per i giornalisti uccisi e minacciati dalla mafia

Giustizia per i giornalisti uccisi e minacciati dalla mafia

L’Unione Europea è in prima linea per la libertà di informazione K metro 0 – I cittadini e le istituzioni dell’Unione Europea condannano le minacce e le aggressioni, soprattutto da parte di organizzazioni criminali di stampo mafioso, contro i giornalisti che svolgono coraggiosamente il proprio lavoro di inchiesta ed informazione. L’assassinio della giornalista maltese Daphne

L’Unione Europea è in prima linea per la libertà di informazione

K metro 0 – I cittadini e le istituzioni dell’Unione Europea condannano le minacce e le aggressioni, soprattutto da parte di organizzazioni criminali di stampo mafioso, contro i giornalisti che svolgono coraggiosamente il proprio lavoro di inchiesta ed informazione. L’assassinio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia e del giornalista sloveno Jan Kuciak, ucciso insieme alla sua fidanzata Martina Kusnirova a sessanta km da Bratislava, segnano una ferita profonda non solo per chi lavora nel mondo dell’informazione, ma per ogni individuo della comunità europea: questi omicidi sono un atto contro la libertà di stampa ed il coraggioso giornalismo di inchiesta. Il giovane reporter sloveno infatti stava realizzando un’inchiesta su una truffa riguardante proprio i fondi UE. Il capo del governo slovacco ha condannato pesantemente la vicenda e ha chiesto di aprire un’indagine approfondita sull’omicidio. Nel più ampio contesto europeo, l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha proposto un monitoraggio sull’inchiesta sull’assassinio della Galizia con un rapporto dettagliato per fare luce sul caso. Piena solidarietà ed impegno delle istituzioni democratiche, quindi, per dare un segnale di contrasto a chi cerca in ogni modo di prendere di mira la libertà di stampa. La cultura della legalità è sempre stata sottoposta a tentativi di censura e controllo, in particolare l’informazione impegnata nella lotta per la verità. C’è chi vuole un giornalismo ‘imbavagliato’, ma ci sono professionisti che ogni giorno mettono a rischio la propria vita, perché credono che un mondo migliore sia possibile. È necessario comunque che ogni cittadino si senta responsabile e si impegni per combattere ogni forma di criminalità.

Nell’ambito della società civile italiana, Rete Italiana per il Dialogo Euro-mediterraneo (RIDE-APS), Capofila italiano della Fondazione Anna Lindh, attraverso il proprio Consiglio Direttivo, ha espresso il massimo sostegno e supporto affinché ogni forma di intimidazione venga contrastata. “Il 19 aprile scorso Michela Zanarella ed Enrico Molinaro neoeletti rispettivamente Presidente e Segretario Generale della RIDE-APS” erano al fianco della giornalista di Repubblica, Federica Angeli, dopo la sua deposizione presso il Tribunale di Roma al processo Spada, per esprimerle solidarietà e vicinanza, in seguito alle pesanti minacce di morte ricevute dalla mafia, soltanto per aver svolto con impegno il suo lavoro. Federica Angeli, ma anche Paolo Borrometi, coraggioso direttore del giornale on line “La Spia”, sono diventati simboli viventi della resistenza alla mafia. Entrambi vivono da anni sotto scorta. Borrometi ha lanciato un appello ai colleghi a non sottovalutare la mafia, ed ha ringraziato per l’attenzione costante dello Stato, in primis magistratura e forze dell’ordine.

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