K metro 0 – London – Boris Johnson e Jeremy Corbyn si sono scontrati sulla Brexit nel dibattito finale prima delle elezioni del 12 dicembre. Durante il dibattito dal vivo, trasmesso dalla Bbc, Corbyn ha affermato che i laburisti porteranno alla “fine” della Brexit negoziando un nuovo accordo e sottoponendolo al pubblico in un referendum.
K metro 0 – London – Boris Johnson e Jeremy Corbyn si sono scontrati sulla Brexit nel dibattito finale prima delle elezioni del 12 dicembre. Durante il dibattito dal vivo, trasmesso dalla Bbc, Corbyn ha affermato che i laburisti porteranno alla “fine” della Brexit negoziando un nuovo accordo e sottoponendolo al pubblico in un referendum.
“Il Partito laburista è ambizioso” per la Gran Bretagna ed è “ambizioso per voi” ha dichiarato il leader Jeremy Corbyn a pochi giorni dalle elezioni di giovedì 12 giugno. Corbyn, che ha avuto la meglio al lancio della monetina e ha scelto di iniziare, ha detto di volere “vere opportunità per tutti”. Ci sono, ha ricordato, “quattro milioni di bambini che vivono in condizioni di povertà nel Regno Unito e milioni di famiglie che stanno lottando per far quadrare i conti”. Un voto per il partito laburista, a suo giudizio, “è un voto per la speranza e un voto per il vero cambiamento”. Il Labour insomma chiede il voto per combattere l’attuale livello di disuguaglianza e di povertà crescente e mettere fine all’austerity. Promette “vere opportunità per tutti” e un Paese “dove tutti vivano dignitosamente”, non come oggi dove “milioni di famiglie non hanno soldi per pagare i conti”. Rinnova inoltre l’impegno in difesa della sanità pubblica e per un’istruzione gratuita, con tasse proporzionate per chi è in grado di pagarle. Il Labour vuole dar vita “a un governo ambizioso dalla parte della gente, dalla vostra parte”, ha insistito Corbyn rivolgendosi agli elettori. Oggi, ha ribadito, “4 milioni di bambini vivono in povertà, vi sono persone che non hanno accesso ai medici di base, anziani che non possono avere l’assistenza di cui hanno bisogno”. Ha quindi accusato i conservatori di “non aver fatto nulla” di sostanziale, di essere responsabili di tagli e politiche di austerità. Incalzato da una persona del pubblico sui costi miliardari in termini di investimenti pubblici del programma laburista, ha quindi rivendicato che il suo partito “è l’unico ad aver presentato un governo che indica coperture” per tutte le misure proposte. Un programma che ha definito di “vero cambiamento, per i molti e non per i pochi”.
Johnson ha invece usato gli argomenti tipicamente neoliberisti e ha chiesto il voto per il partito conservatore, dopo aver accusato Corbyn di non avere ancora una posizione precisa sulla Brexit. “Non puoi porre fine all’incertezza sulla Brexit se non sai che accordo vuoi fare”, “non avere una posizione è il fallimento di una leadership”, ha detto Johnson rivolgendosi all’avversario. E ancora, una eventuale coalizione Labour-indipendentisti sarebbe “un incubo”, il Paese andrebbe “indietro economicamente di decenni”, ci sarebbero altri due referendum, uno sulla Brexit e uno sulla Scozia, e il Paese sarebbe “diviso” e precipiterebbe nel “caos”
Infine, il leader laburista ha rivendicato “il socialismo democratico, un socialismo portato avanti in un certo modo”, come un sistema che “è stato in grado di innalzare gli standard di vita dei più poveri”. “Il nostro Labour farà lo stesso di nuovo”, ha aggiunto. Il premier Tory ha invece detto che “solo l’economia di mercato” permette di finanziare “i nostri fantastici servizi sociali” e potrà consentire di migliorarli, mentre ha accusato Corbyn e il suo cancelliere dello scacchiere ombra, John McDonnell, esponente come lui della sinistra laburista, di voler “distruggere il capitalismo”. “L’attacco al capitalismo – ha tuonato – è assolutamente insensato”. E se questi sono gli argomenti della campagna elettorale del premier Johnson, possiamo sperare in una rimonta di Corbyn e del Labour, dati ancora in difficoltà dai sondaggi.
di Beppe Pisa