K metro 0 – Roma – Sono 642mila i cittadini costretti a letto a causa dell’influenza dall’inizio della sorveglianza epidemiologica. Il virus è in anticipo, nello stesso periodo dello scorso anno infatti aveva colpito 505mila persone. Nell’ultima settimana di rilevazione (18-24 novembre) i nuovi casi ammontano a 167.000. Il livello di incidenza del virus in
K metro 0 – Roma – Sono 642mila i cittadini costretti a letto a causa dell’influenza dall’inizio della sorveglianza epidemiologica. Il virus è in anticipo, nello stesso periodo dello scorso anno infatti aveva colpito 505mila persone.
Nell’ultima settimana di rilevazione (18-24 novembre) i nuovi casi ammontano a 167.000. Il livello di incidenza del virus in Italia è pari a 2,76 casi per mille assistiti. Le regioni più colpite sono Sicilia (4,16), Lombardia (4,39), Piemonte (4,11), Toscana (3,10) ed Emilia-Romagna (3,07). In totale potrebbero essere oltre 7 milioni gli italiani colpiti dall’influenza nel corso dell’interna stagione 2019-2020. E’ quanto emerge dal 36° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), in corso a Firenze, con la partecipazione di oltre 3.000 camici bianchi da tutta la Penisola. “La nostra società scientifica, grazie ai medici sentinella distribuiti su tutto il territorio e a un’esperienza ventennale, è asse portante di questo sistema di rilevazione – spiega Claudio Cricelli, presidente Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) -. La campagna di vaccinazione antinfluenzale sta andando bene, anche se è iniziata un po’ in ritardo. A differenza dello scorso anno, non abbiamo registrato criticità nella distribuzione delle scorte di vaccini e la copertura si preannuncia buona. Non è mai troppo tardi per ricorrere a questo fondamentale strumento di profilassi. Il vaccino è ben tollerato, efficace e sicuro. Sta continuando l’ascesa della curva epidemica, la situazione è sotto controllo e il sistema assistenziale riesce ad assorbire i carichi di lavoro: quest’anno infatti in tutto il territorio si è avuto un incremento della domanda e dell’offerta del vaccino antiinfluenzale, che fa ben sperare sui numeri positivi di copertura vaccinale in tutte le persone a rischio”. Con il Piano Nazionale Prevenzione 2017-2019, il Ministero della Salute ha confermato la volontà e necessità di raggiungere un obiettivo di copertura minimo pari al 75% e uno ottimale del 95% per la vaccinazione antinfluenzale, da raggiungere in tutte le categorie a rischio individuate dal Piano. Nella stagione 2018-1019, però, i livelli di copertura del vaccino antinfluenzale tra le diverse fasce d’età, comprese le categorie più a rischio, hanno evidenziato percentuali ancora lontane dagli obiettivi fissati nel piano. I bambini al di sotto dei 5 anni, per esempio, mostrano livelli tra l’1,7% e il 3,1%, mentre fra gli over 65 il livello di copertura è pari al 53,1%.
“Durante la scorsa stagione i casi gravi sono stati 809 (pazienti ricoverati in unità di terapia intensiva) con insufficienza respiratoria secondaria ad influenza – sottolinea Aurelio Sessa, responsabile SIMG del settore -. I decessi riconosciuti come effetto finale dell’influenza sono stati 198. L’età media di questi pazienti era di 63 anni e l’età media dei deceduti di 68 anni. L’84% dei casi gravi e l’89% dei deceduti aveva almeno una comorbidità e l’80% non risultava vaccinato. Questi dati ci devono far riflettere sull’utilità della vaccinazione antiinfluenzale. Il virus dell’influenza è caratterizzato da una capacità di diffondersi molto elevata. Una persona è in grado di infettarne altre otto nell’arco di 1 metro di distanza, rendendo classi scolastiche, metropolitane, aerei o altri luoghi di incontro molto pericolosi. Per questo la copertura vaccinale è in grado di fare da scudo efficace ed evitare gravi danni al sistema Paese. La nostra la raccomandazione è di estendere la vaccinazione a più categorie possibili”.