K metro 0 – Parigi – Non c’è sempre un grande affare dietro un grande sconto. La vecchia massima ben conosciuta dalle nostre nonne vale anche nell’era ad alta tecnologia del black friday, appuntamento a stelle e strisce che Oltreoceano segue il Giorno del ringraziamento e che ha ormai debordato anche nel Vecchio continente sull’onda
K metro 0 – Parigi – Non c’è sempre un grande affare dietro un grande sconto. La vecchia massima ben conosciuta dalle nostre nonne vale anche nell’era ad alta tecnologia del black friday, appuntamento a stelle e strisce che Oltreoceano segue il Giorno del ringraziamento e che ha ormai debordato anche nel Vecchio continente sull’onda lunga dei colossi delle vendite on line. Tra poche ore, il 29 novembre, si alzerà uno tsunami di ordini e l’uragano degli acquisti compulsivi spazzerà le vetrine di strada e quelle virtuali della rete.
Ma c’è chi dice no.
Il movimento di resistenza è germogliato in Francia un paio di anni fa, su iniziativa di un piccolo ma agguerrito gruppo di ambientalisti. In poco tempo ha messo salde radici et voilà ha cominciato a diffondersi in tutta Europa. Derogando alla tradizionale antipatia per i termini inglesi, i francesi hanno chiamato il movimento Green Friday, proprio per rimarcarne la volontà antitetica al sistema americano. Il motivo di tanta polemica lo forniscono le rilevazioni sull’impatto ambientale che Black Friday produce ogni anno. Il quadro è desolante.
Per Greenpeace parla la portavoce Chiara Campione che spiega dalle colonne del Guardian: “Questa sbornia di acquisti genera il più grande volume di rifiuti dell’anno. La spazzatura che viene prodotta in quelle poche ore, dura spesso alcuni secoli”. Statistiche redatte dai servizi di monitoraggio dello smog nel Regno Unito riferiscono che si attivino circa 82mila furgoni, nel volgere di una giornata, per consegnare otto miliardi di euro di beni acquistati. L’Italia non è indenne: si prevede una spesa di circa un miliardo che coinvolgerà circa 20 milioni di persone (detto per inciso, il nostro sistema di rifiuti è già al collasso). Come giustamente avverte Andrea Signorelli su Wired: “Ogni volta che clicchiamo ‘compra’ su Amazon c’è un camion che sta accendendo i motori”.
Su questa lunghezza d’onda i francesi hanno creato Envie, una rete di cooperative eco-solidali alle quali si sono oggi aggregati alcuni colossi dell’economia green (Refer, Dream Act, Emmaus France, Alterrmundi, Ethiquable) e duecento altre imprese e associazioni. Lo scopo è di destinare il 10% del fatturato ad associazioni ambientaliste o a progetti verdi. La scintilla è scoccata e la fiammella della difesa dell’ambiente si sta diffondendo oltre i confini francesi. In Germania alcune catene della grande distribuzione si sono impegnate a investire parte dei propri guadagni nella forestazione. Analogo l’obiettivo dei prodotti che – anche in Italia – aderiscono all’iniziativa “Bravosconto”: sarà piantato un albero per ogni acquisto effettuato tra il black friday e il Natale sui portali europei Bravosconto, BravoPromo, BravoGutschein, BravoDescuento e BravoVoucher. Il gruppo europeo si prefigge di piantare almeno centomila alberi in Madagascar, Haiti, Nepal, Indonesia, Mozambico e Kenia. La catena di abbigliamento OVS ha deciso di piantare 3000 alberi in Camerun nella giornata della Green Friday.
Da Londra prende le mosse un lungo tour per l’educazione agli acquisti sostenibili. La start-up fashion tech inglese dà vita a quella che chiama “Anti black-friday – lifestyle”. Ogni mese, nei suoi store europei arrivano i propri designer per spiegare che “è inutile comprare a caso perché c’è lo sconto”. Un invito a guardare alla qualità e al contenuto innovativo.
C’è poi chi, in Spagna, aderisce alla giornata no-black-friday invitando a prolungare il ciclo di vita dei prodotti ripudiando la logica dell’usa e getta. Ecoalf, azienda madrilena specializzata in moda e riciclo, in questi giorni offre un servizio di riparazioni all’interno dei propri negozi, insieme a suggerimenti su come rendere “nuovi” vecchi vestiti. A Milano l’azienda Dress You Can di Porta Ticinese dà la possibilità di prendere in affitto per tre giorni, capi di abbigliamento esclusivi, evitando di acquistarli per poi dimenticarli in qualche armadio di casa.
Tutte iniziative che seguono il fil rouge del consumo sostenibile e della riduzione degli scarti. In questa direzione si è mossa recentemente anche l’Unione Europea con una direttiva che riguarda gli elettrodomestici e che prevede il divieto della cosiddetta ‘obsolescenza programmata’ , un trucchetto usato da molte industrie per costringere i clienti a rinnovare frigoriferi o lavatrici ogni tot di anni. La nuova normativa europea stabilisce che un prodotto debba durare almeno dieci anni.
di Andrea Lazzeri