K metro 0 – Parigi – Almeno nove persone sono morte dopo che forti piogge si sono abbattute sulle coste della Riviera Francese e sulla costa italiana, l’acqua ha intrappolato molti automobilisti nelle loro auto e ha causato svariate esondazioni in Grecia. Alcune strade sono rimaste chiuse lunedì sulla Riviera Francese e i livelli dei
K metro 0 – Parigi – Almeno nove persone sono morte dopo che forti piogge si sono abbattute sulle coste della Riviera Francese e sulla costa italiana, l’acqua ha intrappolato molti automobilisti nelle loro auto e ha causato svariate esondazioni in Grecia.
Alcune strade sono rimaste chiuse lunedì sulla Riviera Francese e i livelli dei fiumi sono ancora in rialzo dopo le esondazioni del fine settimana in Italia. L’amministrazione della regione del Varo, in Francia, ha riportato la morte di quattro persone, inclusa una coppia di anziani residenti nella città di Grasse, la cui auto è stata sommersa. Un’altra persona è morta dopo che la nave dei soccorsi è affondata nel mediterraneo mentre un’altra ancora è stata trovata morta nella propria auto. I fiumi francesi hanno cominciato a recedere lentamente. Molte famiglie sono state evacuate e ancora non sono potute tornare a casa. Le autorità si sono impegnate per far tornare la corrente e per liberare le strade dal fango e dagli alberi caduti. Nel nord Italia, invece, una donna è stata trovata morta dopo che il fiume Bomida ha trascinato via la sua macchina. I gruppi di soccorso, poi, sono al lavoro per ritrovare possibili vittime causate dal crollo di un viadotto in autostrada nei pressi di Savona. Intanto, il livello del fiume Ticino, nella città di Pavia, in Lombardia, continua a destare preoccupazione. L’acqua ha raggiunto le strade e si è assestata sui 15 centimetri, alcuni residenti sono stati costretti a lasciare le proprie case. In Grecia, infine, sono stati rinvenuti i corpi di due uomini, probabilmente turisti, nella notte tra domenica e lunedì nei pressi del porto di Antirio, a 250 km da Atene. L’ipotesi è che i due si siano ritrovati in mezzo a una tempesta con la propria barca a vela. Altre due donne sono morte a causa dei temporali che hanno interessato le isole dell’Egeo, come riportato dall’emittente ERT TV. Una è morta dopo l’allagamento della sua cantina nella sua casa a Rodi, l’altra è annegata a largo dell’isola di Kos, dopo essersi allontanata per una nuotata nel mare in tempesta. Il maltempo potrebbe causare qualche disagio anche nel Regno Unito. Come riporta la meteorologa della BBC, Carol Kirkwood, sul Paese si abbatteranno piogge persistenti e forti venti. Le condizioni andranno peggiorando col passare delle ore. Ecco cosa ha detto ieri in merito: “Abbiamo visto scendere un po’ di pioggia nelle prime ore del mattino in Irlanda del Nord e Galles, presto raggiungeranno l’isola di Wight”.
Fenomeni atmosferici di maggiore intensità e sempre più frequenti. È questo quello che ci si deve aspettare, sono queste le conseguenze dei cambiamenti climatici. Ieri è stato raggiunto un nuovo record dei livelli di gas serra. Lo ha detto l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) nel bollettino pubblicato a Ginevra. Inoltre “non vi è alcun segno di rallentamento, per non parlare di un calo”, afferma Petteri Taalas segretario generale dell’Omm. Questa tendenza a lungo termine, dicono gli esperti, si traduce in “impatti sempre più gravi dei cambiamenti climatici, con temperature in aumento, condizioni meteo più estreme, stress idrico, innalzamento del livello del mare e perturbazione degli ecosistemi marini e terrestri”.Il nuovo bollettino ha evidenziato che le concentrazioni medie globali di anidride carbonica (CO2) hanno raggiunto 407,8 parti per milione nel 2018, rispetto a 405,5 parti per milione (ppm) nel 2017. L’aumento di CO2 dal 2017 al 2018 è stato molto vicino a quello osservato dal 2016 al 2017 e appena sopra la media nell’ultimo decennio. I livelli globali di CO2, che resta in atmosfera per secoli e negli oceani ancora più a lungo, hanno attraversato il benchmark simbolico e significativo di 400 parti per milione nel 2015. Anche le concentrazioni di metano e protossido di azoto sono aumentate in misura maggiore rispetto allo scorso decennio, secondo le osservazioni della rete Global Atmosphere Watch che comprende stazioni nell’Artico remoto, aree montane e isole tropicali.