K metro 0 – Maryland – Un importante traguardo è stato raggiunto in campo medico-scientifico. Negli Usa per la prima volta un paziente è stato operato con la tecnica definita come “animazione sospesa”. Ad eseguire questo eccezionale intervento sono stati i medici dell’università del Maryland. A dare questa importante notizia è stata la rivista New
K metro 0 – Maryland – Un importante traguardo è stato raggiunto in campo medico-scientifico. Negli Usa per la prima volta un paziente è stato operato con la tecnica definita come “animazione sospesa”. Ad eseguire questo eccezionale intervento sono stati i medici dell’università del Maryland. A dare questa importante notizia è stata la rivista New Scientist. In pratica il paziente è stato operato con la temperatura corporea abbassata in modo da mettere in standby i processi del metabolismo per dare ai chirurghi più tempo per intervenire. La procedura è stata effettuata almeno su un paziente, ha spiegato uno dei ricercatori coinvolti e fa parte di un test clinico che dovrebbe contenerne 20. La tecnica, chiamata Emergency preservation and resuscitation consiste nel sostituire il sangue del paziente, a cuore fermo, con una soluzione salina fredda per portare il corpo intorno ai 10 gradi di temperatura. Questo blocca l’attività cellulare, evitando quindi i danni ai tessuti derivanti dalla scarsa ossigenazione. A questo punto i medici hanno due ore per operare e al termine dell’intervento il corpo viene riscaldato reintroducendo il sangue.
Studi precedenti, ha sottolineato il ricercatore Samuel Tisherman, hanno dimostrato che sugli animali la tecnica permette di guadagnare tempo per interventi che altrimenti andrebbero compiuti in pochi minuti per evitare danni cerebrali.
Ma cosa si intende esattamente per animazione sospesa? Si tratta di un rallentamento delle normali funzioni vitali dell’individuo senza causarne la morte, indotto mediante mezzi esterni.
Un articolo pubblicato nella rivista Science del 22 aprile 2005 parla dei successi ottenuti nell’applicazione dell’animazione sospesa sui topi. La scoperta è resa tanto più rilevante dal fatto che i topi sono animali che in natura non vanno in ibernazione. Nel luglio 2005 un gruppo di scienziati dell’Università di Pittsburgh ha dichiarato di aver riportato in vita senza danni cerebrali dei cani dopo aver estratto il sangue dai loro corpi ed aver introdotto nei loro sistemi circolatori una soluzione ghiacciata. Dopo tre ore di morte clinica i cani sono stati riportati in vita attraverso un leggero impulso elettrico diretto al cuore.
Anche nel vecchio continente, l’Università italiana di Bologna, ha realizzato una ricerca che individua una rete di neuroni che regola l’ingresso nello stato di torpore. La scoperta è un nuovo passo in avanti per comprendere i meccanismi responsabili dell’ibernazione: una condizione che se indotta artificialmente nell’uomo potrebbe avere importanti ricadute tanto nella medicina che nell’esplorazione spaziale. La ricerca, infatti, ha ricevuto un finanziamento dall’Agenzia Spaziale Europea, proprio in vista di possibili applicazioni di questi risultati nel contesto dei viaggi spaziali. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports, la rivista del gruppo Nature, che riporta i risultati di un esperimento eseguito su topi indotti ad entrare nello stato di letargo.