K metro 0 – Strasburgo – Durante l’emiciclo del Parlamento europeo a Strasburgo, il Presidente francese Macron, in vista delle prossime elezioni europee che si terranno la prossima primavera, difende l’Unione europea da populisti e euroscettici, rilanciando il progetto europeo: «Non possiamo far finta di essere in un tempo normale, c’è un dubbio sull’Europa che
K metro 0 – Strasburgo – Durante l’emiciclo del Parlamento europeo a Strasburgo, il Presidente francese Macron, in vista delle prossime elezioni europee che si terranno la prossima primavera, difende l’Unione europea da populisti e euroscettici, rilanciando il progetto europeo: «Non possiamo far finta di essere in un tempo normale, c’è un dubbio sull’Europa che attraversa i nostri Paesi, sta emergendo una sorta di guerra civile europea ma non dobbiamo cedere al fascino dei sistemi illiberali e degli egoismi nazionali». Infatti la situazione è delicata, con i no alle riforme dell’eurozona che vengono dal Nord Europa, con la situazione politica instabile di Spagna e Italia e con la presenza sempre più forte di populisti e della destra xenofoba.
Macron afferma di appartenere alla generazione che non ha conosciuto la guerra e che «ha dimenticato il proprio passato e non vede i tormenti del proprio presente», proprio per questo parla dell’esigenza di «combattere per difendere la sovranità europea dalle pulsioni autoritarie di chi ha dimenticato il passato, ci siamo battuti per averla e non dobbiamo cedere». A questo proposito propone degli argomenti su cui l’Europa e i governi devono insistere per recuperare la fiducia dei cittadini: sicurezza e difesa, sfida climatica e ai giganti del web, salute alimentare e dimensione sociale e il restare uniti di fronte alle sfide commerciali della Russia e degli Usa. Lancia ottanta iniziative in vari ambiti. Tra le altre cose, propone le “Consultazioni con i cittadini” sull’Europa, discussioni tra leader ed elettori, per far conoscere ai cittadini un’Europa diversa da quella descritta dai populisti, e invita i capi di Stato e di governo a fare lo stesso. Parla anche di politiche migratorie, un altro degli argomenti usato dai populisti per la compagnia anti-europea: «Dobbiamo lanciare un programma europeo per finanziare le comunità locali che accolgono i rifugiati in modo da superare il dibattito avvelenato sulle quote di ripartizione dei migranti in Europa». Risponde alle critiche di alcuni eurodeputati sul raid condotto da Parigi, Londra e Usa in Siria: «Difendiamo i principi e il diritto da noi, ma la realtà di bimbi e donne uccisi da un attacco al cloro la lasciamo agli altri? No, no e no! Abbiamo distrutto tre siti di produzione di armi chimiche senza provocare nemmeno una vittima. Non abbiamo dichiarato guerra ad Assad, l’intervento non ha nulla a che vedere con l’Iraq o la Libia, abbiamo solo salvato l’onore della comunità internazionale».
Alla fine del dibattito, Macron viene applaudito da metà dell’emiciclo, l’altra metà resta in silenzio. Commenta così Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea: «Non dimentichiamo che l’Europa non è solo franco-tedesca. Siamo 28, domani 27: serve anche, perché il motore possa funzionare, l’apporto degli altri Stati».