K metro 0 – L’Ungheria ha in progetto di ottenere parte del gas naturale trasportato dal gasdotto TurkStream entro la fine del 2021, lo ha annunciato il primo ministro Viktor Orban giovedì, dopo essersi incontrato con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. L’Ungheria dipende dall’approvvigionamento fornito dalla Russia, che arriva attraverso l’Ucraina, ma Orban vorrebbe
K metro 0 – L’Ungheria ha in progetto di ottenere parte del gas naturale trasportato dal gasdotto TurkStream entro la fine del 2021, lo ha annunciato il primo ministro Viktor Orban giovedì, dopo essersi incontrato con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
L’Ungheria dipende dall’approvvigionamento fornito dalla Russia, che arriva attraverso l’Ucraina, ma Orban vorrebbe diversificare le rotte di transito a proprio favore. Il primo ministro ungherese, che si è concentrato soprattutto sulle politiche anti-immigrazione sin dal 2015, ha anche evidenziato come “senza la Turchia, il flusso migratorio verso l’Europa non potrà essere fermato”. Proprio per questo Ankara è diventata partner strategico per quanto riguarda la questione della sicurezza e dell’immigrazione. Erdogan ha sottolineato come sia “un obbligo” della Turchia occuparsi dei 4 milioni di rifugiati che ospita, molti dei quali vorrebbero raggiungere l’Europa. Poi il presidente turco ha aggiunto che, secondo il patto stretto con l’Unione europea, Ankara ha dovuto “rimandare pazientemente” la loro partenza, facendo notare che ha ricevuto solamente metà degli aiuti promessi, che ammontano a circa 3 miliardi di euro. “Ovviamente continueremo a ospitare queste persone con o senza il supporto dell’Unione”, ha spiegato e ha poi ribadito che “se non si troverà una soluzione, le frontiere verranno aperte. E se le frontiere dovessero essere aperte… tutti sanno dove andrebbero”. Orban, in riferimento alle recinzioni costruite al confine meridionale dell’Ungheria alla fine del 2015, che “saranno un baluardo contro i migranti illegali che cercheranno di entrare all’interno del Paese”.
L’Ungheria ha anche supportato l’avanzata turca nel nord della Siria e gli sforzi di Erdogan di rimandare indietro i migranti. “La direzione in cui verrà aperta la frontiera è una cosa che preoccupa anche noi”, ha precisato Orban. “Vorremo che quelli che sono stati costretti ad abbandonare la propria terra tornino nuovamente a casa”. Nella serata di ieri, poche migliaia di persone, tra questi anche attivisti pro-curdi, hanno marciato a Budapest per protestare contro la visita di Erdogan. Il suo viaggio negli Stati Uniti, a Washington, è stato messo in dubbio proprio in queste ore, dopo il confronto avvenuto alla Camera sulle sanzioni da imporre alla Turchia e sul riconoscimento di colpevolezza del genocidio degli armeni di circa un secolo fa. La votazione ha infastidito Ankara ma Erdogan ha fatto sapere di aver confermato l’incontro con Trump telefonicamente, la data è quella del 13 novembre prossimo.
Intanto, l’azienda cinese Huawei prenderà parte alla costruzione della rete 5G in Ungheria, nonostante le preoccupazioni di alleati come gli Stati Uniti sulle possibilità di intromissione negli affari del Paese da parte di Beijing. Il ministro degli Ester ungherese, Peter Szijjarto, intervenendo all’International Import Expo a Shanghai, ha annunciato la cooperazione ta Huawei, la Vodafone britannica e la Deutsche Telekom all’interno del progetto, aggiungendo che non verranno fatte discriminazioni tra compagnie basate sulla nazione di origine delle stesse, a patto che vengano rispettate le normative ungheresi. Washington ha tentato di persuadere i propri alleati dallo scegliere Huawei come partner, vista la possibilità che il governo cinese possa ottenere informazioni riservate.