K metro 0 – Calabria – Scoperto per caso all’interno del Parco Nazionale del Pollino nel 2017, nel corso di una ricerca portata avanti dal Parco Nazionale del Pollino in collaborazione con l’Università della Tuscia, l’essere vivente più antico d’Europa. “Italus” un pino loricato, specie di conifera tra le più interessanti tra quelle che vivono
K metro 0 – Calabria – Scoperto per caso all’interno del Parco Nazionale del Pollino nel 2017, nel corso di una ricerca portata avanti dal Parco Nazionale del Pollino in collaborazione con l’Università della Tuscia, l’essere vivente più antico d’Europa. “Italus” un pino loricato, specie di conifera tra le più interessanti tra quelle che vivono nel territorio calabrese, la cui età ricavata con metodo scientifico è di 1.230 anni, si trova a 1.900 metri sul livello del mare, sul versante Sud di Serra della Ciavole, quinta vetta della Calabria, vegeta su un pendio roccioso molto scosceso al riparo da incendi e fulmini.
I pini loricati sono delle conifere appartenenti alla famiglia delle pinaceae, che devono la loro denominazione alla corteccia spessa e di colore grigio-brunastro. Cresce con un portamento a piramide espanso, fino ai trenta metri circa di altezza. Sono considerati dei fossili viventi, la loro presenza in Calabria e in Basilicata fu segnalata per la prima volta nel 1905 dal naturalista calabrese Biagio Longo.
“La datazione di Italus è stata una vera e propria sfida scientifica – spiega Schettino, funzionario del Parco Nazionale del Pollino – si è proceduto con un metodo combinato dendrocronologico e al carbonio 14”. Molto più semplice è stato invece scegliere il nome: “Italus è venuto spontaneo, ci siamo rifatti alla storia della nostra regione, la Calabria”, racconta invece Carmelo Pizzuti, anche lui funzionario del Parco. “Quando gli antichi greci arrivavano sulle nostre coste, sapevano che esisteva già un popolo Enotrio, il loro re era Italus. Possiamo dire che, in un certo senso, la Calabria è stata la prima Italia e su questa base abbiamo scelto il nome per l’albero più vetusto del parco”. La gestione di Italus è impegnativa e trasformarlo in un’attrazione per turisti sarebbe azzardato. “Noi abbiamo il dovere come istituzione di far conoscere il valore scientifico di quest’albero – dichiara Pizzuti – rispetto al turismo, però dobbiamo porci dei problemi di conservazione, dobbiamo cioè garantire la conservazione dell’albero anche per le future generazioni. Stiamo lavorando per mettere in campo delle strutture, anche di comunicazione, importanti in modo da lasciarlo il più a lungo possibile com’è rimasto nei suoi 1230 anni