K metro 0 – Parigi – La commissione del governo francese sulla violenza domestica ha chiesto alle autorità di cominciare a confiscare le armi alle persone denunciate. La proposta è solo una delle 65 avanzate martedì per contrastare il radicatissimo problema nel Paese, dove una donna viene uccisa dal proprio partner ogni tre giorni, secondo le statistiche del governo. Il primo ministro francese, Edouard Philippe, ha lanciato l’iniziativa a settembre ed è la prima volta che la Francia si impegna a livello nazionale sulla questione, secondo quanto dichiarato dal ministro per la Parità di genere, Marlene Schiappa.

Tra le altre proposte, ci sono il possesso obbligatorio di requisiti specifici per gli operatori sanitari che si occupano di violenza domestica e nuovi protocolli per gli agenti di polizia che rispondono a chiamate di questo tipo. Gli esperti hanno anche incoraggiato l’organizzazione di eventi che possano sensibilizzare sul tema della violenza di genere, soprattutto nelle scuole. Schiappa ha ricordato che la maggior parte degli omicidi in Francia avvengono attraverso l’utilizzo di armi, per questo se le autorità riuscissero a ritirare le stesse allora se ne potrebbero evitare parecchi. Le forze dell’ordine sono state spesso criticate per aver risposto in modo non adeguato o in ritardo alle denunce di violenza domestica e il governo ha iniziato ad occuparsi seriamente della questione dopo che il presidente Emmanuel Macron ha fatto visita a un centralino che gestisce questi casi. In quell’occasione, a settembre, ha potuto assistere alla scena di un agente che ha rifiutato una richiesta di aiuto da parte di una donna.

Intanto, il Senato sta discutendo un decreto che obblighi le madri musulmane che indossano il velo a rimuoverlo durante le gite scolastiche dei figli. Da settimane il tema viene dibattuto, da un lato il secolarismo francese e dall’altro il rispetto culturale. La questione è finita sui giornali a metà ottobre, quando un rappresentante di Front National ha chiesto, durante un consiglio regionale, a una donna musulmana di togliere il velo, causando un grosso scandalo ma la misura discussa in questi giorni era già stata svelata pubblicamente mesi prima. Il ministro dell’Educazione, Jean-Michel Blanquer, ha spiegato ai Senatori che qualsiasi legge che vieti il velo nelle uscite scolastiche sarebbe “contro-produttiva”. Un tema spinoso soprattutto in questi giorni, dopo l’attentato contro una moschea a Bayonne, nel sud-ovest della Francia che ha visto protagonista un 84enne estremista di destra, ex candidato proprio del Front National. Il presidente Macron ha voluto prontamente ribadire la vicinanza alla comunità musulmana: “Sarà fatto di tutto proteggere i compatrioti di fede musulmana e per punire gli autori dell’attacco”.

Martedì, nel frattempo, lo stesso Macron ha inaugurato il Centro europeo del Giudaismo a Parigi, uno spazio di 5.000 metri quadrati, che comprende una sinagoga con 600 posti a sedere e un padiglione per le esposizioni. “Questo centro è un atto di fede nei confronti del futuro”, ha dichiarato il presidente francese, che assieme al governo ha messo in piedi una lotta contro l’antisemitismo in Francia, che possiede la maggior presenza di ebrei tra i Paesi dell’Europa occidentale. Per realizzare il complesso ci sono voluti ben 10 anni e la spinta al suo completamento è arrivata a seguito degli attacchi estremisti avvenuti nei confronti della comunità in questione, come quello di Tolosa nel 2012 e quello di Parigi del 2015.