K metro 0/Jobsnews – Roma – Il Governo ha inviato a Bruxelles la risposta alla richiesta di chiarimenti sulla manovra giunta martedì dalla Commissione europea, e nella missiva ci sono misure già note, ma anche alcune novità. Per il 2020 vengono previsti “30 miliardi di maggiori spese” e “15 di maggiori entrate”, tra cui 6,5 provenienti da
K metro 0/Jobsnews – Roma – Il Governo ha inviato a Bruxelles la risposta alla richiesta di chiarimenti sulla manovra giunta martedì dalla Commissione europea, e nella missiva ci sono misure già note, ma anche alcune novità.
Per il 2020 vengono previsti “30 miliardi di maggiori spese” e “15 di maggiori entrate”, tra cui 6,5 provenienti da provvedimenti contenuti nel decreto Fiscale e 8,5 dal ddl Bilancio. Il resto, ovvero circa 14,4 miliardi, “è coperto in deficit” (e qui servirà al flessibilità Ue), e con le microtasse si stima un recupero di circa 5 miliardi. Novità per gli anziani, con il ripristino della rivalutazione delle pensioni comprese tra i 1.500 e i 2.000 euro lordi, e viene confermato l’annunciato Fondo famiglia: varrà 2 miliardi per il prossimo triennio, e prevede l’accorpamento – dal prossimo anno – degli attuali bonus (bebè, nascita, asili nido) in un unico strumento che sarà potenziato con circa 500 milioni, con i genitori che potranno usufruire di una ‘carta bimbi’ da 400 euro al mese. Confermato anche il taglio del cuneo, che interesserà sia i 4,5 milioni di lavoratori con redditi lordi tra i 26.600 e i 35.000 euro, che gli ancora più numerosi 9,4 milioni con redditi da 8mila a 26.600 euro.
Scatta però un taglio delle detrazioni Irpef al 19% per i redditi superiori a 120mila euro, con graduale azzeramento a 240mila. Torna il bonus cultura per i diciottenni: è in scadenza a fine 2019, e l’Esecutivo vuole rinnovarlo ma in versione “light”. Infatti, la dote dovrebbe calare da 240 a 160 milioni, e se così fosse la cifra a disposizione per i neomaggiorenni – 500 euro – potrebbe esser quasi dimezzata. C’è poi la tassa sul fumo, che riguarda sia le bionde che le e-cig: 45 milioni dovrebbero arrivare dai nuovi balzelli sulle sigarette tradizionali, e circa 160 da maggiori imposte su liquidi, bruciatori, trinciato e sigaretti. Confermata la tassa sugli imballaggi di plastica – che non piace agli industriali – da 1 euro per chilogrammo, l’aumento sulla cedolare secca a canone concordato, con l’aliquota che passa dal 10 al 12,5%, e l’eliminazione del superticket da settembre. C’è spazio anche per il rinnovo dei contratti pubblici, con l’aggiunta di 225 milioni per il 2020 e 1,4 miliardi dal 2021; cifre che vanno ad aggiungersi a quanto già stanziato in precedenza per i due anni, ovvero 1,4 miliardi (2020) e 1,75 (2021), con il totale – a regime – che raggiunge quota 3,1. Infine, c’è un ritocco delle accise sul gasolio (dal 2021) e viene confermata anche la discussa ‘sugar tax’, “che non si applicherà alle merendine ma alle bibite gasate”. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha voluto rassicurare l’Ue descrivendo la manovra come “moderatamente espansiva” e basata su stime “molto prudenziali”. “Prudente e realistica” è anche la stima sul recupero dell’evasione (3 miliardi). “Noi riduciamo il debito pubblico, ma lo facciamo attraverso un percorso più morbido, perché deve essere sostenibile sul piano economico” ha detto il titolare del Mef. “Non chiediamo all’Europa un favore: abbiamo chiesto giustamente flessibilità per sostenere politiche di sviluppo” ha poi precisato. C’è adesso da vedere quale sarà la manovra che effettivamente uscirà dalle Camere al termine dell’iter parlamentare, che inizia la settimana prossima. Non è un mistero che sia Gualtieri che il premier Giuseppe Conte vorrebbero quasi “blindarla”, o perlomeno limitare le modifiche, ma sarà impresa ardua.