K metro 0 – Bruxelles – Nessuno scontro aperto, né un braccio di ferro stile autunno 2018. Ma come previsto, la Commissione europea chiederà all’Italia e ad altri paesi dell’eurozona una serie di chiarimenti sui piani di bilancio inviati a Bruxelles una settimana fa. Ad anticipare la richiesta dell’esecutivo Ue era stato il commissario per
K metro 0 – Bruxelles – Nessuno scontro aperto, né un braccio di ferro stile autunno 2018. Ma come previsto, la Commissione europea chiederà all’Italia e ad altri paesi dell’eurozona una serie di chiarimenti sui piani di bilancio inviati a Bruxelles una settimana fa. Ad anticipare la richiesta dell’esecutivo Ue era stato il commissario per l’euro, Valdis Dombrovskis, a margine dell’assemblea del Fondo monetario a Washington, aveva avvertito: “dove vediamo rischi di deviazione dalle regole fiscali Ue, noi chiediamo chiarimenti aggiuntivi. E l’Italia sarà tra quei paesi a cui chiederemo chiarimenti aggiuntivi”. Bruxelles, a quanto trapela, non intende surriscaldare il clima come accadde un anno fa, quando la manovra del governo giallo-verde fu accusata di una “deviazione senza precedenti” dalle regole europee e rispedita al mittente. La richiesta di chiarimenti all’Italia e ad altri paesi (oltre alla Finlandia che ha già ricevuto la lettera dalla Ue, i principali ‘indiziati’ sono Spagna, Belgio, Portogallo e forse anche Francia) è considerata un atto quasi dovuto.
Il governo italiano fa sapere che ‘non sono in discussione né l’impianto né i saldi della manovra ma ci sarà una probabile richiesta di chiarimenti e ulteriori approfondimenti su alcune misure di copertura’. La manovra del governo individua risorse a copertura degli interventi per circa 15 miliardi di euro, secondo quanto comunicato dal Tesoro a Bruxelles. Ed è quindi probabile che l’esecutivo Ue voglia vederci più chiaro, ad esempio, sui fondi che il governo intende recuperare dalla lotta all’evasione (3,2 miliardi nelle intenzioni del governo). Il tema coperture tuttavia sarà affrontato nei contatti tecnici e non dovrebbero esserci riferimenti diretti nella lettera. Nella missiva che entro stasera dovrebbe arrivare sul tavolo di Roberto Gualtieri invece, la Commissione dovrebbe sollevare qualche dubbio sull’aumento del disavanzo strutturale (ovvero il deficit depurato dalle misure una tantum e dagli effetti del ciclo economico), il dato su cui si basano le valutazioni Ue.
Nel documento spedito a Bruxelles l’Italia ha scritto che “tenuto conto degli arrotondamenti”, nel 2020 ci sarà un “deterioramento strutturale di 0,1 punti percentuali”. Il che, secondo via XX settembre, “non rappresenterebbe una deviazione significativa alla luce della richiesta del governo di 0,2 punti percentuali di PIL di flessibilità per investimenti per mitigare il rischio idrogeologico e sismico e la riparazione e manutenzione delle infrastrutture e della rete viaria”. La richiesta della Commissione però va in senso opposto e Bruxelles chiede un miglioramento del deficit strutturale dello 0,6% per l’anno prossimo. Secondo i requisiti del bilancio preventivo del patto di stabilità e crescita insomma, per la Commissione Ue “la deviazione” dei conti dell’Italia c’è e potrebbe essere seria. Inoltre, non c’è ancora formalmente un via libera da Bruxelles alla flessibilità chiesta da Roma per il piano contro il dissesto idrogeologico. La lettera della Commissione dovrebbe essere pubblicata nella tarda serata. Il Mef ha già assicurato che risponderà alla richiesta di Bruxelles entro mercoledì.
di Beppe Pisa