K metro 0 – Bruxelles – L’Alta rappresentante dell’Unione europea, Federica Mogherini, nella giornata di domenica, attraverso uno nota, ha espresso il proprio dissenso nei confronti dei leader del blocco, che non sono riusciti a trovare un accordo nelle negoziazioni con Albania e Macedonia del Nord. “L’errore storico”, così lo ha definito Mogherini, è stato commesso a inizio settimana, quando si è evidenziato il fallimento nel dialogo con i due Paesi, nonostante “i progressi straordinari” compiuti, andando contro “i suggerimenti della Commissione Europea”. Il presidente francese, Emmanuel Macron, è uno dei primi oppositori all’entrata delle due nazioni nell’Unione, visto che le procedure di allargamento andrebbero prima rinforzate per poi accogliere nuovi membri.

Alla Macedonia del Nord è stato fatto credere che il percorso verso lo stato di membro Ue sarebbe stato semplificato a seguito della risoluzione della questione del nome della nazione, andata avanti per almeno trent’anni. L’ex repubblica iugoslava è infatti diventata ‘Macedonia del Nord’ solamente a febbraio, dopo un accordo storico stretto con la Grecia, che aveva ostacolato l’entrata del Paese nella Nato e nell’Unione europea. I leader europei avevano promesso a giugno di prendere “una chiara e ferma decisione nel più breve tempo possibile, non oltre ottobre 2019”. I passi indietro in Polonia e Ungheria, soprattutto sull’impianto democratico, il momento complicato della crisi dell’Eurozona, l’opinione diffusa riguardo l’entrata eccessivamente precoce della Romania e della Bulgaria nel blocco sono tra i motivi che hanno alimentato i dubbi sull’espansione tra i membri più ‘anziani’.

L’incontro di venerdì, in questo senso, è stato decisivo. Le negoziazioni sulla questione sono fallite e il clamoroso dietrofront potrebbe ulteriormente peggiorare la situazione nei Balcani. “La stragrande maggioranza era d’accordo con l’apertura del procedimento. Tuttavia, una decisione del genere necessità dell’unanimità e questa non è stata trovata”, ha spiegato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, che ha presieduto la riunione. Il primo ministro albanese, Edi Rama, ha sottolineato la propria delusione per l’interruzione delle trattative, legata secondo lui “al confronto esistente all’interno all’Ue”. “Il processo di integrazione europea continuerà. Non perché Parigi, Berlino e Bruxelles ce lo chiedono ma per far diventare il nostro Paese un Paese europeo, funzionale”, ha dichiarato Rama a un’emittente locale, tornando da Bruxelles. Stesso umore per il primo ministro, Zoran Zaev, che dice di voler proporre elezioni anticipate: “L’Europa non ha mantenuto la propria promessa. È una vera e propria ingiustizia. Sono deluso”. Il presidente della Macedonia del Nord, Stevo Pendarovski, ha invece chiesto alla nazione di non “scoraggiarsi”. “Non serve piangersi addosso ed essere apatici, bisogna essere uniti. Sono convinto che se riusciremo a lavorare insieme raggiungeremo il nostro obiettivo. È un nostro diritto far parte della casa comune europea”, ha aggiunto.

Nel frattempo, domenica, il primo ministro russo, Dmitry Medvedev, ha promesso di rafforzare ulteriormente i legami con un altro Paese balcanico, ovvero la Serbia, il cui presidente ha descritto la relazione con Mosca come la più felice degli ultimi decenni, nonostante i tentativi di entrare nell’Unione europea. La Serbia è uno degli alleati chiave della Russia in Europa, proprio per questo si è schierata contro le sanzioni delle nazioni occidentali contro Mosca per le azioni in Ucraina. Non solo, visto che Belgrado si prepara ad entrare a far parte di un blocco economico guidato proprio dalla Russia.