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Le nostre serie TV preferite ci seguono in Europa

Le nostre serie TV preferite ci seguono in Europa

K metro 0 – Bruxelles – Con il Regolamento UE 2017/1128 , relativo alla “Portabilità transfrontaliera dei servizi di contenuti online nel mercato interno”,  approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, sarà possibile per i cittadini europei residenti in uno stato membro fruire, anche fuori dello stato di residenza, dei servizi televisivi a pagamento, sia

K metro 0 – Bruxelles – Con il Regolamento UE 2017/1128 , relativo alla “Portabilità transfrontaliera dei servizi di contenuti online nel mercato interno”,  approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, sarà possibile per i cittadini europei residenti in uno stato membro fruire, anche fuori dello stato di residenza, dei servizi televisivi a pagamento, sia “lineari” come la tradizionale Pay TV, che “on demand”, come la Pay per View e il “Video On Demand”, ovvero servizi che consentono la visione di singoli programmi televisivi o musicali facenti parte di un “archivio telematico”, su richiesta del cliente, in qualsiasi momento si voglia vedere il programma.

Tale norma – da considerarsi già in vigore, poiché i Regolamenti europei sono immediatamente applicabili nelle legislazioni interne dei singoli stati dalla loro pubblicazione –  consentirà a chi viaggia in Europa di continuare a fruire dei propri abbonamenti televisivi, sottoscritti in un paese comunitario, anche in un altro paese comunitario, senza dover sottoscrivere ulteriori abbonamenti o pagare tariffe aggiuntive. Chi è abituato a vedere la propria serie televisiva su Netflix o Sky in Italia e a sentire la musica su Spotify, potrà quindi continuare a vedere i propri programmi preferiti quando si recherà in Francia in vacanza.

Si tratta di un ulteriore passo in avanti verso l’unificazione digitale dell’Europa, in aderenza al principio cardine dei Trattati europei della libera circolazione delle merci e dei servizi, dopo l’abolizione del roaming telefonico dello scorso anno, che ha reso possibile per gli utenti telefonici l’utilizzo del proprio profilo telefonico nazionale per le chiamate, sms e dati, anche quando si recano in viaggio presso altri stati dell’Unione Europea, senza le odiose tariffe di roaming. Le uniche condizioni che si richiedono per godere della “portabilità televisiva” sono la residenza in uno stato UE, da provarsi anche tramite la sottoscrizione di un contratto di abbonamento con una Pay TV/Provider Italiano e soggiornare per un periodo limitato nel paese comunitario in cui si viaggia.

Tale limite è stato introdotto per evitare comportamenti “furbi” da parte degli utenti. Un cittadino Tedesco non potrà quindi abbonarsi alla Sky italiana, per pagare un prezzo più basso rispetto all’abbonamento tedesco. La norma e le politiche commerciali degli operatori televisivi non hanno ancora chiarito cosa si intende per “periodo limitato”. Per il roaming telefonico si è stabilito che tale limite deve essere calcolato in relazione al tempo di utilizzo del traffico all’estero negli ultimi 4 mesi. Se si è trascorso più tempo all’estero che nel territorio nazionale e l’uso del roaming supera l’uso nazionale, l’operatore telefonico ha la facoltà di applicare tariffe maggiorate di roaming. Questo provvedimento è stato adottato dal Parlamento europeo in considerazione del numero sempre più alto di europei che consuma contenuti on line, che è aumentato del 60% tra il 2014 e 2015 ed ora sembra aumentare a ritmi sempre più intensi, grazie alla banda larga, necessaria per lo streaming televisivo, sempre più diffusa ed al numero sempre più alto dei device che consentono di vedere programmi televisivi in mobilità, come gli smartphone ed i tablet.

Ora bisogna vedere come reagiranno i produttori di contenuti e le società di collecting (le diverse SIAE europee), che hanno sempre sostenuto il principio della territorialità dei diritti sui contenuti televisivi, al fine di massimizzare i ricavi delle vendite su più territori. Il Regolamento europeo vieta, invece, sia alla piattaforma on line che ai produttori dei contenuti, di richiedere pagamenti aggiuntivi in relazione alla portabilità dei contenuti, proprio al fine di incentivare l’utilizzo transfrontaliero dei contenuti on line.

di Alessandro Corsi

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