K metro 0 – Barcellona – Il politico indipendentista Carles Puigdemont, oggetto di un mandato d’arresto europeo emesso dalla Corte Spagnola, è stato fermato dalla polizia tedesca poco dopo essere entrato in Germania dalla frontiera con la Danimarca. L’ex presidente della Catalogna, che dall’ottobre scorso vive in Belgio per evitare l’arresto, stava viaggiando in auto
K metro 0 – Barcellona – Il politico indipendentista Carles Puigdemont, oggetto di un mandato d’arresto europeo emesso dalla Corte Spagnola, è stato fermato dalla polizia tedesca poco dopo essere entrato in Germania dalla frontiera con la Danimarca.
L’ex presidente della Catalogna, che dall’ottobre scorso vive in Belgio per evitare l’arresto, stava viaggiando in auto di ritorno dalla Finlandia. Il fermo è avvenuto dopo che venerdì le autorità spagnola aveva trasmesso il mandato d’arresto internazionale per accuse di ribellione, sedizione e malversazione legate al processo per l’indipendenza della Catalogna. Il giudice della Corte suprema spagnola, Pablo Llarena, ha emesso analogo mandato per altri 12 politici separatista catalani coinvolti. Tra loro la ex ministra Clara Ponsati, che ha comunicato l’intenzione di consegnarsi alla polizia della Scozia, dove si trova.
I Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, sono intervenuti a Barcellona con cariche per fermare gli scontri tra un gruppo di estrema destra e gli indipendentisti. Lo riporta El Pais. Una giornalista di Telecinco, Ju’lia Lopez, ha raccontato che estremisti di destra le hanno preso e rotto la telecamera e impediscono ai giornalisti di lavorare. “Un giovane antifascista ha subìto un brutale pestaggio per mano di un gruppo di neonazisti all’incrocio tra le strade di Rosselló e Balmes”. A denunciarlo è il giornale catalano La Vanguardia, che ha pubblicato su Twitter il video dell’episodio, che si inquadra nello scontro in corso fra gruppi di destra e indipendentisti catalani, impegnati da giorni a protestare in piazza contro le pesanti condanne inflitte ai promotori del referendum indipendentista. “Il giovane – si legge nel tweet – è stato lasciato con il viso pesantemente contuso dopo essere stato colpito con dei bastoni”.
Per tutta la giornata, decine di migliaia di persone hanno animato cinque grandi marce partite da diverse città della Catalogna per convergere tutte a Barcellona sabato. Qui 25.000 studenti hanno sfilato in modo per lo più pacifico, tranne qualche lancio di uova e rotoli di carta igienica contro i poliziotti che presidiavano la città. A un certo punto i Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, hanno deciso di portare nei pressi della manifestazione un cannone ad acqua che, per fortuna, non è stato utilizzato. D’altra parte, continua ad aggiornarsi di ora in ora il numero delle persone ferite durante gli scontri della notte precedente: 194 agenti, secondo il ministero degli Interni spagnolo, e circa 40 manifestanti. Mentre 97 sono gli arrestati tra Barcellona, Lleida, Tarragona e Girona. La guerriglia urbana scatenata nelle strade delle principali città catalane ha fatto scattare un’indagine delle autorità spagnola sull’app Tsunami Democratic che i manifestanti userebbero per darsi appuntamento. Contro le violenze ha parlato il presidente della Generalitat condannando “qualsiasi atto di vandalismo”. “Non possiamo permettere che un gruppo di infiltrati danneggi l’immagine dell’indipendentismo”, ha detto Torra attribuendo così la responsabilità delle violenze a gruppi estranei. Per il premier spagnolo Pedro Sanchez si tratta invece di “giovani catalani coordinati”. “Torra deve decidere se vuole essere il presidente dei catalani o un attivista”, ha incalzato il ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska. Il leader della Catalogna da parte sua è tornato a parlare di un nuovo referendum promettendo di tornare al voto per decidere la separazione da Madrid entro due anni.
Intanto per venerdì si prevede un’altra giornata di passione. La fabbrica Seat di Barcellona ha annunciato che fermerà la produzione per evitare disagi ai dipendenti che non avevano intenzione di aderire al maxi-sciopero. E si guarda già al 26 ottobre, quando allo stadio Camp Nou dovrebbe svolgersi il ‘clasico’, la storica sfida tra il Barca e il Real Madrid che potrebbe essere a rischio. Troppo pericoloso giocare la partita a Barcellona nelle condizioni attuali, impensabile l’inversione di campo per i Blaugrana – che peraltro sono strenui sostenitori della causa separatista – e difficile spostarla ad un’altra data. La decisione sarà annunciata